Il beneficio del dubbio ovvero la verità sulla scuola a distanza

Cuore non vede, occhio non duole ovvero occhio che duole, cuore che vede. Insomma come in fatto di corna e tradimenti, così per la scuola è meglio mantenere il velo di Maya della inconsapevolezza, ovvero la divisione dei ruoli, grazie a cui ognuno Divide et Impera negli spazi che gli appartengono.

Con la scuola a distanza, a distanza dagli insegnanti perché io ce l’ho in stanza invece, la parete divisoria tra scuola e casa si è dissolta, i ruoli si sono mescolati con innescarsi di crisi di identità ad effetto domino: adesso è la maestra che chiude la lezione on line e se ne torna alla sua pace, mentre per te iniziano le responsabilità di far entrare nella testa del l’alunno, sangue del tuo sangue, che i compiti si fanno anche se a scuola non ci va, che la punta delle matite non si autogenera per magia, toccherà a te regolare i suoi ritmi intestinali a Storia, in un continuum dove tutti hanno bisogno di te ma tu hai bisogno dei bidelli.. ops scusate personale ausiliario.

Io a scuola ci sono già stata e non ci voglio tornare! Voglio i bidelli che mi placcano all’entrata tipo giocatori di rugby e mi trattano come una potenziale ladra di bambini.

Voglio salutare gli infanti e andare al lavoro in ufficio, con la musica a palla nel tragitto.

Adesso con la scuola in stanza sappiamo tutti e non va bene.

Il re è nudo.

Io passo il tempo delle videolezioni dei miei figli con le cuffie per non essere costretta a tapparmi le orecchie e fare lalalala e per evitare battute in live e finire in presidenza. Non mi è mai successo alle superiori.. mi succederà a casa mia?

Voglio non sapere, la divisione degli ambiti, come tra Stato e Chiesa, voglio ignorare o semplicemente supporre ma non avere la certezza.

Scelgo di illudermi, scelgo il prosciutto sugli occhi e nelle orecchie. Scelgo la pillola rossa di Alice nel Paese delle Meraviglie, quella che ti faceva credere di non essere un cesto di lumache per le corna visibili anche col satellite.

Se a settembre non vi riprendete il paccchetti completo di insegnanti e classe di ungulati primitivi, la scuola a distanza i miei figli la faranno dalla roulotte, dove andremo a vivere dopo aver comprato un milione di euro di cartucce per stampante.

Io non mi voglio occupare delle mille mila schede da stampare e inviti con password indecifrabili che piovono come le rane in Magnolia.

Io rido per non piangere ed ho cambiato le mie preferenze riguardo compagni di scuola dei miei ungulati analfabeti che chiamo figli: Priscilda, come non amarla? Ogni volta che c’è una verifica lei non ha connessione o i suoi lavorano e lei non ha devices per connettersi o deve portare fuori il cane che sennò il karma si scombina. Anzi, finito tutto devo ricordarmi di fare aperitivo con i genitori di Priscilda: bravi, state facendo un buon lavoro! I miei si fanno venire un attacco di cuore solo se arrivano un minuto in ritardo alla lezione nel magico mondo di Mork e Mindy, Priscilda se ne fotte e si connette quando le va e quando non c’è pericolo di mettersi alla prova.

La scuola in stanza da separati implica che rido tantissimo quando è il weekend che non tocca a me far fare loro i compiti e il venerdì di Prove del Cuoco, ovvero di verifiche per vedere se la scuola ad cazzum funziona.

E rido in barba al rigido Trattato di Famiglia: quello che succede a Las Vegas resta a Las Vegas. In sintesi: cazzi e buoi dei paesi tuoi.

Quando avrò capito tutti gli anfratti del registro elettronico, sarò in grado di fare la Social Media Manager di Belen. Ed è proprio sul registro che noto un fatto ambiguo: compiti di esperanto consegnati. Ecco i miei ungulati analfabeti disfunzionali non hanno mai fatto esperanto 😒 O almeno credo. E quindi chiedo a loro. E loro, gli infanti del Regno di Hunger Games: Mamma, ma ci firmasti l’autorizzazione all’esperanto in ottobre mentre dormivi sul divano guardando Grey’s Anatomy. Ecco, io voglio tornare lì, a dormire sul divano mentre loro sono stanchi delle loro otto ore di scuola a distanza da me, a norma della organizzazione punkabbestia della nostra famiglia allagata. Voglio i Servizi Sociali alla porta e che si occupino loro di questa scuola in stanza.

E questo la dice lunga sulla nostra organizzazione punkabbestia e sull’inefficienza dei servizi sociali che non hanno ancora bussato alla nostra porta. A me lasciatemi con i bidelli che adesso applaudiró quando fanno sciopero al venerdì o l’otto gennaio.

Lotta dura alla rottura!

In questo dibattito sulla scuola a distanza, io sto con loro, i dipendenti Ata, perché sono sicura che loro sanno quello che sto passando tra pulizie straordinarie, richieste bizzarre e malanni improvvisi di chi a scuola ci insegna e di chi a scuola impara.

In conclusione, impariamo tutti a non rompere per la Festa della Mamma e io almeno, lo apprezzerò tantissimo. Molto più del solito lavoretto ad minchiam che finisce nel cassonetto appena girate gli occhi.

Grazie.

Nessun ungulato e nessun insegnante è stato maltrattato nel corso di questo episodio.


Sei una Autunno?

Sei una Donna Autunno?

L’Autunno in Armocromia è la Stagione più calda ed avvolgente. Io ad esempio rifuggo da questi colori e per individuare le Autunno mi basa sulla carnagione, che deve avere un sotto tono caldo. Condizione essenziale.

Lasciamoci guidare dalla pelle, altrimenti confonderemo le Autunno con l’Inverno e le vestiremo di colori freddi, quando non è il caso. Al contrario, ci sono donne Autunno bionde e con gli occhi chiari, #Gisele Bundchen che è un Autunno Soft!

Autunno e Primavera sono le stagioni calde. Distinguerle è tutto sommato semplice: le donne Autunno appaiono generalmente più scure (in termini di pelle, occhi e capelli) delle donne Primavera, la cui peculiarità è la luminosità: Olivia Palermo è un Autunno, mentre Emma Stone è una Primavera.

Il sottotono di pelle delle Autunno è caldo. Il sovratono tende al giallo oppure è ambrato o olivastro. Il pallore non è di questa stagione. Le pelli Autunno non fanno fatica ad abbronzarsi, mentre io, che sono una Inverno, mi abbronzo a chiazze è mai in modo uniforme.

La Pelle delle Autunno

Il sottotono di pelle delle Autunno è caldo. Il sovratono tende al giallo oppure è ambrato o olivastro.

Le pelli Autunno non fanno fatica ad abbronzarsi perché hanno molta melanina, anche se sono chiare, mentre io, che sono innegabilmente Inverno, mi abbronzo a pois.

Tendenzialmente non si scottano al sole e anche se l’abbronzatura non è intensa è incantevolmente uniforme.

Gli Occhi delle Autunno

Gli occhi non sono un elemento determinante: possono essere da chiari a scuri. Ciò che comanda il gioco è il sottotono di pelle.

I capelli delle Autunno

Attenzione: capelli dalle tonalità calde non significano Autunno.

Nicole Kidman è la celebrity rossa per eccellenza ma è una Primavera luminosa, non certo una Autunno.

Una volta appurato sicure di essere Autunno, “scure” e “opache”, non luminose. è il vostro mix tra pelle, colore di occhi e di capelli che determina in quale sottogruppo tra “soft”, “caldo” e “scuro” rientrate.

Bisogna stabilire il tratto dominante della vostra immagine. Quello che resta più impresso a chi vi incontra per la prima volta.

3 tipologie di Donna Autunno

Per le Autunno Soft

La donna Autunno soft lascia una sensazione di delicatezza armoniosa, di tono su tono.

MAI PIÙ’ SENZA un make-up nude e chioma leggermente schiarita per esaltare la delicatezza dell’immagine. Come si vede nell’immagine qui sotto #caradelavigne risulta volgare con il make-up di sinistra non in palette, mentre la sua bellezza è innegabilmente più valorizzata da un trucco nude, che accosta tonalità simili.

Cara: Trucco non armocromatico versus Trucco in Palette.


Per le Autunno Caldo alias Colori di Julia Roberts

La donna Autunno caldo è un’esplosione di colori caldi, come il Central Park quando cadono le foglie. Prevalgono nella sua immagine sfumature spiccatamente calde come i capelli naturalmente rossi.

MAI PIÙ’ SENZA un make-up dai toni molto caldi e no a tingere quei meravigliosi capelli rossi.

Julia Roberts rientra a piena titolo in questo sottogruppo.

Julia Roberts in palette con bianco usato a contrasto per pois ed accessori.


Autunno Scuro

La donna Autunno scuro è “scura” in generale: di pelle, occhi e capelli. Sì ad un make-up intenso dai toni caldi e ai capelli “intensificati”. Nathalie Emmanuel è un esempio perfetto di donna Autunno Scuro.

Eva Mendes: Donna Autunno Scuro per Antonomasia.


Di Donne Autunno pullula il mondo dello spettacolo perché è un tipo di bellezza trasversale che a ravviva le contrastanti Donne Inverno, mentre addolcisce le evanescenti Donne Primavera.

Palette Donna Autunno

I colori di riferimento sono quelli della palette messa qui sotto.

Palette Autunno

È preferibile usarli tono su tono, senza troppi sbalzi di contrasto, che è meglio riservare agli accessori.


Nessuno può fermare la Primavera!


L’Armocromia divide le donne in 4 Gruppi, chiamati come le 4 Stagioni, per identificarne colori amici e non.

Per me la Donna Primavera, la più rara è difficile da riconoscere, dai colori chiari e radiosi, con una pelle molto molto chiara e al massimo color pesca, si chiama Cristina. Io quando cerco o consiglio una Primavera penso a Cristina con la sua pelle di alabastro ed i capelli biondi come Barbie bionda.

Quello che contraddistingue maggiormente la Donna Primavera è questa impressione di chiarezza luminosa e di radiosità. I colori che andremo a scegliere per lei saranno quindi quelli luminosi che maggiormente la contraddistinguono.

Il colore dei capelli è quasi sempre biondo, ma non il biondo nordico freddo, bensì un biondo caldo, ramato o anche castano, sempre con riflessi caldi.

Come celebrities di riferimento troviamo Scarlett Johansson e Charlize Theron.

Scarlett in colori basici
L’idea che trasmette la Donna Primavera è LUCE.

Se appartenete a questa categoria, non dovete mai scurire troppo e soprattutto scegliete colori freddi. La parola d’ordine è “oro”.

Chi appartiene a queste Gruppo deve puntare su colori luminosi e saturi, mai scurire troppo.

Le Primavera Dark sono rosse ma un rosso acceso, alla Nicoleta Kidman, associato ad una pelle di alabastro.

MAI riflessi freddi o cenere.

MAI PIÙ’ SENZA, per dirla con #enzomiccio e #carlagozzi: riflessi dorati, ramati e color fragola. Voi che potete, fatelo!

Palette di riferimento della Donna Primavera

I colori base, a mio avviso, possono essere il cammello oppure il blu royal. Mentre i tessuti stampati, anche stampe floreali, funzionano sempre, basta che abbiano un buon contrasto.

Come scriveva #gibran: i fiori della primavera sono quelli dell’inverno, ma raccontati in un mattino luminoso. Così le donne di questo gruppo sanno di cose buone, calme e luminose.



Come migliorare la propria immagine in 10 punti.

Avere una propria immagine soddisfacente, in cui il fuori rispecchia il dentro e l’interiorità va d’accordo con l’esteriorità è più facile a dirsi che a farsi, per cui non demoralizzatevi, si procede per tentativi.

Trovare un proprio stile ed immagine implica conoscersi a menadito, conoscere i propri vizi e virtù, volersi bene, perché quella con se stessi è l’unica storia d’amore che durerà tutta la vita.

Come arrivare ad una immagine di sé soddisfacente?

Con questi 10 punti.

Adesso che siamo a casa e, chi più chi meno, il tempo avanza, non abbiamo più scuse.

Innanzitutto, bisogna capire bene che tipo di stile ci interessa avere: sobrio, sexy, rock, bon ton. È evidente che la nostra personalità deve essere in armonia con lo stile che intendiamo adottare. Le forzature non piacciono a nessuno e non stanno in piedi.

L’esterno riflette l’interno.
Credits foto: Pinterest
  1. Conosci Te Stesso.

Questo è IL PUNTO. Scrivere come ci vediamo o meglio come preferiremmo vederci noi per primi è molto importante. Scrivere i propri valori, pensieri focali, Attività e hobby che amiamo, aiuterà a centrare l’obiettivo.

2. Conoscere la tua Routine di Impegni Settimanali.

Inizia a prendere nota degli impegni e delle attività fisse della settimana: per ognuna di queste occasioni si andrà a definire uno stile (se in ufficio ti piace trasmettere sobrietà e professionalità, ci sta che ad un cocktail vuoi avere un’aria più glamour e frizzante)e, di conseguenza, una sorta di capsule Collection.

3. Conoscere il tuo corpo e la sua forma.

Ci sono capi che ci stanno bene ed altri no.

Amara constatazione ma qualcuno deve dirlo.

Punti del nostro corpo da mettere in primo piano ed altri da mettere nel backstage. Ad esempio io amo la vita in evidenza ma tendo ad avere quel rotolino in più di panza, per cui, quando ho ripensato il mio guardaroba, i capi che mettevano in risalto proprio questo difetto li ho riposti negli scatoloni da dare via.

4. Impara a costruirti la TUA palette di colori.

Individuare i colori alleati e quelli da escludere è la base della consulenza di immagine. Anche intuitivamente sappiamo quali colori ci valorizzano e ci svecchiano e quali ci spengono.

Per fare una prova è già un buon inizio cominciare dalle cose presenti nel proprio armadio: con una buona luce, uno specchio e un’amica facciamo una cernita cromatica dei nostri abiti.

Al fine di intenderci porto la mia esperienza personale: io adoro il fucsia ma se mi metto un capospalla fucsia sembro un cadavere, quindi preferisco spostarlo dalla vita in giù.

Ancora un esempio concreto: il colore nero è la base del mio guardaroba e della mia vita. Non è che mi doni particolarmente ma lo trovo rilassante e pratico. Aggiungo, quindi, luce e colore al viso con gli accessori. Io non posso usare orecchini perché non ho i buchi alle orecchie, ma per chi può è una idea ottima. Foulards, pashmine, collane, tutto serve

5. Crea un moodboard cartaceo o digitale con immagini che ti piacciono.

Un moodboard è un quaderno con gli outfits che ti ispirano, divisi per occasioni d’uso- punto 2.

Quando ci sarà abbastanza materiale prova ad osservare se ci sono degli elementi che si ripetono: colori, tessuti, atmosfere, forme, i modelli di gonne e pantaloni scelti, se prediligi oversize o no.

Inizia ad analizzare tutto questo e compara con ciò che si addice alla forma del tuo corpo- punto 3.

La situazione ottimale sarebbe quella che ci fosse accordo tra le due cose ma non è detto. In questo caso vale la pena ragionare su cosa rappresentano per te gli outfits scelti.

Vale la pena tentare di fare un moodboard con quegli abiti che ci valorizzano.

6. Identifica il tuo stile in base al tuo moodboard.

In base al tuo moodboard come definiresti il tuo stile in generale ed in base ai vari ambiti di uso? Rock o romantico? Elegante o spiritoso?

Faccio esempi partendo da me:

– ufficio: il mio stile è minimalista, con capi dalle linee semplici e una palette di colori basata sul bianco, nero e blu. Aggiungo un po’ di brio con gli accessori. Le scarpe sono spesso basse e funzionali.

– il tempo libero: per il fine settimana il mio stile è più rilassato con jeans e maglie più esplicite, tacchi e little black dress declinato in mille modi diversi.

ORA SI FA SUL SERIO.

7. Check Out e Check in del tuo Armadio.

Scegliere bene cosa tenere e cosa no.

Dopo tutti questi preliminari, esaminiamo i capi del tuo guardaroba e teniamo solo quelli che si addicono al proprio interno (personalità) ed al proprio esterno (forma fisico) sempre in modo consono alla propria palette di colori.
In questa fase bisogna essere coraggiosi ed eliminare quello che ci penalizza, i capi rotti o lisi, quello che ci rende tristi. Non necessariamente buttare ma regalare o vendere o abbinare in modo diverso, creando outfits differenti.


8. FASE CREAZIONE NUOVI
OUTFITS

Con i vestiti scelti prova a creare nuovi outfits, cercando di prevedere dove e come utilizzarli.


Abbinamenti Nuovi!

Questo momento è molto importante perché bisogna appuntarsi eventuali aggiunte da fare con il prossimo shopping.

Ad esempio per uno stile bohemien non possono mancare bluse larghe e ricamate e jeans a zampa.

9. Accessoriare

Gli accessori sono importantissimi! Il classico Little Black Dress con degli orecchini che illuminano ed una giacca Chanel fa la sua bella figura 😎

10. DIVERTITI E SPLENDI!

Se hai seguito tutti gli steps precedenti e sei arrivata fino a questo punto, hai in mano:

– individuato il tuo stile

– capito come far pace con la forma del tuo corpo

– definito la tua palette

– creato il TUO MOODBOARD

– fatto un repulisti del guardaroba

– Ideato nuovi outfits

Tutto ciò ti servirà per valutare ad ogni cambio stagione cosa comprare e cosa lasciare in negozio.

Con questo percorso sarà sufficiente integrare il guardaroba con pochi pezzi, risparmiando tempo e denaro.

L’organizzazione rende liberi, belli e con il portafoglio pieno!

Donna Inverno

Pelle chiara, occhi magnetici, bellezza che gioca sui contrasti e, sapendola valorizzare, di sicuro effetto: la donna Inverno, secondo l’ Armocromia , prende in prestito i suoi colori dalla stagione cui appartiene, con contrasti decisi tra paesaggi freddi, cieli brillanti e notti buie.

La caratteristica principale della donna Inverno è il sottotono molto freddo della pelle che solitamente è molto chiara e delicata, con note di fondo fredde e bluastre. Guardate in particolare l’interno dei vostri polsi per verificare: se le vene appaiono blu/verdi appartenete di certo a questa stagione.

La pelle della donna Inverno necessita, inoltre, di essere curata in modo maniacale perché sottoposta a stress fisico ed emotivi. In caso contrario, lo specchio potrebbe riflettere un colorito eccessivamente spento.

Fondamentale, di conseguenza, la routine di cura della pelle e la scelta del fondotinta.

La Donna Inverno è quella che meglio di ogni altra riesce ad indossare con grande eleganza il colore nero (poi un giorno vi faccio vedere la mia collezione di Little Black Dress per credere 🖤).

I capelli della donna Inverno sono scuri: dai toni freddi del castano, del castano scuro fino al nero, ma non mancano le tonalità platinate di biondo cenere o biondo chiarissimo (solitamente extra-europee, soprattutto nordiche).

Gli occhi sono generalmente il fulcro del viso della Donna Inverno: scuri o molto chiari, sui toni grigiastri e freddi del castano, del nero carbone, del blu o del verde smeraldo.

Per tutte le tipologie della Armocromia c’è un tratto distintivo che permette di collocare una donna in una Stagione piuttosto che in un’altra: per l’Inverno sono senza ombra di dubbio gli occhi: devono essere catalizzatori di attenzione.


Con tutte queste variabili cromatiche, è naturale dividere la Stagione Inverno in 4 sottogruppi:

  • “Pure Winter”
    Si tratta della manifestazione più pura dei colori invernali in contrasto: la donna Inverno Puro presenta solitamente una pelle molto chiara, capelli scuri o scurissimi ed occhi dal colore molto brillante, saturo e dall’intenso contrasto. I suoi colori ideali sono, dunque, freddi e molto brillanti ed accesi.
  • Inverno Chiaro (“Tinted Winter”)
    La donna Inverno Chiaro ha una pelle chiara, capelli non troppo scuri ed occhi dalla tonalità luminosa e non troppo contrastanti. E’ la donna che rappresenta gli scenari più bianchi e ghiacciati della stagione invernale. I suoi colori sono leggermente più soft: i colori dell’Inverno Puro mescolati con un pizzico di luminoso bianco.
  • Inverno Medio (“Toned Winter”)
    La caratteristica della donna Inverno Medio è quella di un tocco più delicato color pastello nei suoi colori naturali, meno brillanti ed in contrasto rispetto a quelli della donna Inverno Puro. I colori ideali della donna Inverno Medio sono le tinte pastello: i colori dell’inverno mescolati con una punta di grigio perla.
  • Inverno Scuro (“Shaded Winter”)
    La donna Inverno Scuro è la più dark, quella che riassume sulla sua pelle e sul suo viso le tonalità più profonde del freddo e scuro inverno. La pelle del volto, chiara oppure olivastra dal sottotono freddo e bluastro, è incorniciata da una chioma bruna o nera come il carbone, con occhi scuri e scurissimi. I suoi colori perfetti sono quelli più cupi e brillanti.

LA PALETTE DI COLORI PERFETTA


I colori più adatti a valorizzare la bellezza contrastante della donna Inverno sono quelli freddi, scuri, brillanti e profondi, come il blu scuro, il blu elettrico, il verde brillante, il fucsia, il bordeaux ed il rosso fuoco, il giallo ma solo limone, il nero, il grigio scuro, il viola, l’indaco ed i colori brillanti delle pietre preziose, così come i colori più ghiacciati come il bianco candido.

Palette Donna Inverno

Per intenderci a livello più immediato, le celebrities che appartengono a questa stagione comprendono Liv Tyler ma anche Lucy Liu.

La Donna Inverno è scura come la Donna Autunno, ma a differenziarle è il sottotono della pelle: tanto freddo per l’una, quanto caldo per l’altra.

Le varie declinazioni della Donna Inverno.

IL FUORI RIFLETTE IL DENTRO

I colori stagionali della bellezza femminile riflettono inevitabilmente le sue caratteristiche interiori.

Alcuni antichi studi, infatti, pongono in stretta relazione le caratteristiche fisiche di ogni individuo con quelle della sua personalità. La Donna Inverno sarebbe associata ad un temperamento malinconico, indice di una personalità introspettiva, perfezionista, profonda e sensibile. La donna Inverno affronterebbe ogni situazione in modo attento e ben organizzato, pianificando tutto come se fosse la prestazione ad una maratona con una certa pesantezza ancheo e si aspetterebbe dagli altri la medesima attenzione, cosa che non avviene mai (nota autobiografica).

La donna Inverno sarebbe anche molto solida, trasparente e portata ai ruoli di leadership e responsabilità, ma sempre riservata ed un po’ solitaria, spesso immersa nel suo mondo.

Cos’è l’Armocromia

Molte, in tutta onestà non ho ancora sentito un uomo parlarne, parlano di Armocromia, ma, a giudicare da quello che vedo in giro, ben poche hanno capito di cosa si tratta e come utilizzarla.

Partiamo dal significato, ovvero dalla etimologia, dei termini che la compongono: Armonia e Chromos, Colore. Quindi significa:

Armonia del Colore.

Johannes Itten fu il primo ad intuire che c’era una correlazione tra uso del Colore e palette cromatica naturale di un individuo, verificando empiricamente le sue intuizioni sugli allievi della Bauhaus. e uno dei primi a sperimentare le reazioni dei colori sui singoli individui tramite esperimenti con i suoi allievi.

Oggi le sue teorie sono sorpassate ed inesatte, anche perché sperimentare su un gruppo ristretto di persone già portate, in quanto studenti di Architettura di una delle migliori scuole svizzere, ad una maggiore sensibilità estetica, è poco realistico.

Se tutti propendessero naturalmente e spontaneamente per i colori che donano loro il lavoro di image maker sarebbe inutile.

Ebbe ad ogni modo il merito di accendere l’iniziale scintilla intuitiva, si rese inoltre conto che i colori delle persone rappresentavano in parte alcuni dei colori delle quattro stagioni.

Temperatura e Valore in Armocromia.

Le sue teorie si basavano su due proprietà del colore:

Temperatura (colori caldi/freddi) e Valore o Profondità (colori chiari/scuri), ottenuta aggiungendo rispettivamente bianco o nero.

Questo primo bocciolo di analisi cromatica, seppur incompleto e impreciso, servì negli anni ’40 a Suzanne Caygill per sviluppare il primo sistema di Analisi del colore che ritroviamo nel suo libro:

COLOR, THE ESSENCE OF YOU.

Mrs Caugill sostanzialmente fa cospicuo riferimento ai colori della natura ed alle combinazioni cromatiche naturali, da cui tutto deve provenire e prendere ispirazione.

Fu, però, Carole Jackson, negli insospettabili anni ’80, che di armonico avevano ben poco, almeno in Italia, a semplificare il metodo e a renderlo popolare con il metodo COLOR ME BEAUTIFUL, grazie a cui ognuno poteva avere i suoi 30 colori del cuore in formato tascabile, per averli sempre con sé durante lo shopping, che spopolò in America.

In sintesi, siamo partiti da

COLOR,

Per passare da COLOR ME ed arrivare a COLOR ME BEAUTIFUL.

Ma il viaggio continua verso COLOR ME BEAUTIFUL e LOOKING THE BEST , con il metodo delle 4 stagioni ripreso da Mary Spillane e Christine Sherlock negli anni ’90, le quali ottengono 12 sottogruppi nelle varie stagioni con l’inserimento della proprietà del Croma tramite la teoria di Munsell.

Fu solo poi nell’ultimissimo periodo che l’armocromista americana Youakim Ferial portò i sottogruppi da 12 a 16.

L’ ARMOCROMIA E’ UNA DISCIPLINA

L’ Armocrmomia si basa sulla scienza, utilizzando alcune proprietà del colore.

In pratica si vanno a definire quali colori siano più idonei al nostro incarnato di pelle (in quanto si armonizzano meglio con i nostri colori naturali) tramite la reazione degli stessi sulla nostra pelle. Il metodo utilizzato viene chiamato DRAPING, perché utilizza drappi di colore. Le proprietà del Colore che vengono studiate sul nostro incarnato sono: sottotono, valore, Croma.

Il pregio della Armocromia è di esaltare il nostro incarnato, minimizzando le imperfezioni ed esaltando colore di occhi e make up.

Il significato della Teoria del Colore nell’epoca delle apparenze si deduce già dal fatto che quando si dà un giudizio immediato su una persona, la cosiddetta prima impressione, in 90 secondi l’80% del giudizio si basa sul Colore.

È per questo che è importante conoscere la propria palette di riferimento: è inutile spendere tanto in vestiti, Colore di capelli ed accessori che indossati da un’altra persona sarebbero strepitosi ma su di noi hanno poco o addirittura contrario effetto.

Metterlo in pratica non è così facile, quindi nel caso si voglia migliorare il proprio aspetto è meglio non rivolgersi al cugggino per avere una consulenza gratis, ma cercare un professionista che ci faccia sentire a nostro agio. Come nel caso del dentista, del ginecologo o del parrucchiere è meglio spendere una volta per tutte piuttosto che spendere a caso ed a sproposito.

The World of Women 1925


Palettes Cromatiche per le Quattro Stagioni.


La favola di Jennifer Aniston, alias una che sta sempre da favola

C’era una volta la Rachel di #friends, la fidanzata d’America, il prototipo della ragazza della porta accanto, il metro su cui misuri tutte le altre (anche se confesso che la mia preferita era ed è tuttora Monica).

E cosa ha reso la nostra celebrity agli albori iconica?

Capelli e pelle. Pelle e capelli.

Il famoso Taglio alla Rachel.


Jennifer ha più volte confessato di detestare quel taglio di capelli, ideato dal suo hair stylist di fiducia, Chris McMillan, da cui però, il caso vuole, non si separerà mai più.

Il Taglio Rachel è un taglio shag (letteralmente : arruffato), molto scalato e voluminoso, che poi Jennifer ha lasciato scomparire a poco a poco con la crescita dei capelli.

Ma i tagli successivi sempre ad opera di McMillan sono altrettanto azzeccati: nel 2009, Jennifer paga 50.000 $ per averlo alla prima londinese di Io&Marley ed a ragione perché il suo taglio, semplicissimo e biondissimo, divenne il più copiato del momento.

Taglio Bob Asimmetrico


La seconda arma vincente della nostra Jennifer è la pelle: radiosa, curata e che io ammiro molto. Da anni è Ambassador Avenoo, per cui è chiaro che si affidi ai suoi prodotti per la cura di Viso e Corpo, cui unisce una beauty routine molto seria di ispirazione coreana, con doppia pulizia ed idratazione, e l’opera di una facialist ( ossia una professionista del massaggio facciale).

Scommetto che anche voi paghereste per avere quegli zigomi 😃.

In conclusione, Jennifer con la sua grazia californiana, i suoi capelli curati e ben tagliati, una pelle radiosa e super glow, conserva il dono di incantare il mondo da lungo tempo e, da brava perennial (donna senza età, nonostante l’età anagrafica) è sempre la fidanzatina d’America che vive alla porta accanto.

Biondo e blu di occhi e stampa del vestito fanno da specchio gli uni agli altri.

Chic Smartworking

Lo smartworking è diventato una virtù necessaria così all’improvviso che ci ritroviamo a gestire una quotidianità diversa e dai confini insolitamente fluidi, con così poco preavviso che vale la pena fare il punto e stabilire alcuni capisaldi per restare in equilibrio sopra la follia di questo periodo.

Per non perdere un’immagine dignitosa di noi ed anche per aiutare figli e familiari a capire che, anche se fisicamente in casa, in realtà non siamo disponibili perché stiamo lavorando.

Lo smartworking è comodo ma nasconde anche dei pericoli.

Restando in casa, la divisione tra orario di lavoro e tempo personale e familiare svanisce, di conseguenza la tentazione di lavorare in pigiama o dal divano è in agguato.

A mio avviso, l’abito fa il monaco per cui lavorare vestite in modo sciatto diminuisce la produttività.

Senza considerare che chi vive con noi, a due o quattro zampe, maggiorenne o meno, associa il nostro essere in tuta o in pigiama al fatto che siamo in modalità out of work, mentre, lavorando da casa, così non è.

Cerchiamo, quindi, di unire capi comodi ma carini per uno smartworking stiloso.

Consideriamo che tra gli strumenti dello smartworking troviamo videochiamate e/o conference call e di certo presentarsi in pigiamo è poco professionale ed entusiasmante.

Abito

Doccia+Abito comodo e qualche accessorio ed il gioco è fatto.

Un abito semplice, comodo e che mantiene la stiratura abbinato ad una collana lunga o un bracciale ci fa sentire già meglio.

Leggings


Leggings con un capo spalla ampio in un colore che amiamo e l’umore cambia in meglio.




I Leggings sono un’alternativa comoda e versatile al pantalone, con una camicia ampia o una blusa boho sono perfetti per passare dalla postazione di smartworking ad una passeggiata di pausa senza ulteriori cambi di abito.

Skinny jeans


Jeans skinny ed una camicia e siamo in ordine.




Jeans skinny e pullover corto per un profilo più alto

Per chi vuole conservare una allure più stilosa, i jeans sono una scelta naturale. Abbinati a degli orecchini importanti ci fanno sentire belle e in ordine, come se uscissimo per recarci in ufficio. Basta prendere la borsa e siamo pronte per una pausa pranzo frizzante.

Pantajazz

Pantajazz neri e siamo subito pronti per una pausa fitness

È sufficiente una maglia in stile marinare ed un bracciale per essere presentabili e in totale comfort.

Allora, cosa dite?

Avete trovato dei buoni consigli?

Quattro idee chic per indossare i pantaloni cargo

I pantaloni cargo sono un capo essenziale per la P/E 2020.

Le fashion victim lo hanno preso in prestito dal guardaroba militare e portato direttamente al centro dello street Style.

Di seguito quattro spunti per risultare chic ed eleganti pur indossando i comodissimi pantaloni cargo.

Pantaloni militari con girocollo


Un girocollo in colore un colore neutro (nero-bianco-beige) e un paio di flat shoes lo rendono un look papabile anche per l’ufficio.

Adoro l’abbinamento con il trench ed il tacco (sempre in colore neutro).

Pantaloni cargo come jeans skinny.


L’outfit più sexy con crop top e blazer. La luna consiglia: scegliere un modello di pantaloni cargo a vita alta, in modo da mostrare solo una striscia di pancia. Altrimenti scadiamo in stile.

Pantaloni militari e crop top


Come sempre la camicia bianca rende accettabile e conferisce un’aria di classicità a qualunque look. Mixare capi audaci con classici è una strada molto affascinante per trovare un’immagine di noi fresca e leggera.

Camicia bianca con décolletés in tinta per conferire eleganza.


Camicia bianca con calzatura flat e pantaloni cargo indossati come jeans skinny.


Paris Style

Le donne francesi hanno una allure particolare che ben definisce il loro stile, un mix di minimal chic e bon ton.
Parigi è la mia patria putativa ed amo seguire questa tendenza che è una filosofia vera e propria, un modo di essere con le sue regole.

Fondamentale però è che questa scelta abbia basi solide e che ci valorizzi, ovviamente.

La prima lezione dello stile parigino nella moda infatti è quella di prendersi cura della propria persona.


LEZIONI DI STILE PARIGINO


1-Profumo: tocco imprescindibile per le donne francesi.


2- Capelli:

Sempre curate, dal taglio semplice ma perfetto e senza ricrescita. Molto apprezzato il look con i capelli raccolti.

Code alte, top knot (chignon molto alto) e nella versione spettinata gli hairdo (capelli raccolti allungati con le extension). In realtà una delle caratteristiche principali dello stile francese è quello di sembrare naturale.


3- Le mani:

Le righe sono uno dei punti saldi dello stile parigino.

Le estremità devono essere sempre curate, vale di più che spendere un capitale in accessori.


4- Tono di voce:

Sempre basso e pacato, come vorrebbe la buona educazione. Oltretutto risulta anche più sensuale.


5- Le cose belle, gli oggetti di valore che si possiedono vanno sfoggiati e non tenuti sotto teca a prendere polvere. Bisogna usare il meglio di ciò che si ha ogni giorno per se stesse, magari mixato con capi low cost.

Combinazioni di bianco, blu e Toni neutri.


6- Less is more:

Badare alla qualità , più che alla quantità: meglio pochi accessori e ben fatti che tanti e di cattivo gusto. Per avere una allure parigina bisogna investire su accessori di Alta Moda, pochi must-have ma imprescindibili.

Negli outfits da giorno le ragazze indossano ballerine, stivaletti o stivali alti. Per la sera o per eventi più formali, invece, via libera ad outifits dai tacchi discreti.
Il fascino delle ragazze di Parigi è un fascino discreto: le donne sono sempre piuttosto coperte, non indossano mai abiti succinti.

♥️ Nella prossima vita vorrei essere francese.

Per quanto riguarda le tonalità, le parigine in inverno scelgono colori scuri o neutri, mentre con il sole optano per colori pastello e bianco.

Occhiali scuri: un altro punto focale dello stile parigino.

Come dico sempre, Madre Natura potrà essere stata più generosa con qualcuno, ma

essere chic si impara.