Come avere un Lato B a prova di costume 💪🏼

Inutile negarlo: tutti vogliono un culo decoroso, alto e sodo, tutto l’anno ma la fissazione aumenta con l’avvicinarsi dell’estate.

La dotazione fornita da madre natura conta, q.b., quanto basta, non troppo.

Volontà ferrea, metodo e costanza sono i vostri migliori amici per portare il vostro lato B molto in alto 😃, prevedendo almeno un mese di allenamento, tre volte a settimana.

  1. Il cubo magico, ovvero un gradino o uno scalino: da salire e scendere per tre serie da trenta; per poi usarlo per tre serie da venti di salti a piedi uniti.
  2. Squat, squat e per continuare squat: regola d’oro per un culo di marmo: tre serie da trenta.
  3. Affondi laterali e frontali: mi raccomando questi esercizi per essere efficaci vanno eseguiti in modo impeccabile, di conseguenza aiutatevi con lo specchio o un video di YouTube. Quattro serie da ventiquattro. Dodici per gamba.
  4. Partire di slancio. Slanci laterali e posteriori, anche con l’ausilio di cavigliera o elastico, in modo da tonificare il culo senza gonfiarlo ed assottigliare il giro coscia. Tre serie da trenta, sia dietro che laterali.
  5. Skipper con o senza peso, tre ripetizioni da 1 minuto l’una.
  6. Dynamic Table: nella posizione del tavolo sollevare gamba e braccia opposte, mantenendo l’equilibrio per un minuto. Da ripetere per tre volte.

Al termine lo stretching spetta di diritto 💪🏼.

Mezzo anno di te 💟

Sei mesi fa, all’inizio di quella che sarebbe stata la notte più lunga della mia vita, abbiamo lasciato la ragazza unicorno ed il piccolo supereroe a casa con i nonni acquisiti.

” Ma se tu vai via, io mi ammalo ” – aveva piagnucolato il piccolo supereroe, non più tanto certo dei suoi superpoteri di fronte alla mia rottura delle acque. Ma io sapevo che la baby n. 3 voleva nascere, nonostante la scadenza fosse prevista per due settimane dopo.

Siamo arrivati in ospedale alle 23, lasciando l’auto su una rampa di accesso al pronto soccorso, super agitati e sorpresi, mentre io interpretavo impersonificandole le Cascate delle Marmore.

” La dilatazione è poca ma con le membrane rotte lei deve restare in ospedale, mentre il futuro papà vada pure a casa” – aveva sentenziato l’ostetrica, aggiungendo come una Cassandra dei parti: “Però il terzo figlio è imprevedibile ⛔️”.

Le stanze del reparto di Ostetricia erano buie e silenziose ed io mi sentivo un po’ spaesata, lontana dagli altri due cuccioli.

Dopo aver chiacchierato tramite #whattsapp con tutti i contatti svegli nel cuore della notte e disponibili, alle 4 del mattino il travaglio inizia a farsi serio e chiamo l’ostetrica premonitrice.

Porca paletta, avevo cancellato tutto quel dolore..

“Andiamo di là per un controllo”, mi dice, “ma porta anche i vestitini della bimba”.

Quello è stato il momento in cui ho capito che baby n. 3 stava per arrivare sul serio.

Stesa non riuscivo a stare e lei è scivolata nel mondo a testa in giù, attratta dalla forza di gravità, in una stanza che #tarantino ed il cinema #splatter scansate, con il papà che l’ha vista vestita e profumata perché abbiamo scelto di fare all’antica, con lui praticante la altrettanto faticosa attesa dietro la porta.

Me la hanno portata avvolta in una coperta bianca, scura come un’indigena e gli occhi non li hai mai aperti fino all’8 novembre: quel pomeriggio, mentre allattavo, mi hai guardato e li ho visti per la prima volta: due pozzi scuri e luccicanti di vita.

È stato come incontrare qualcuno di conosciuto e che aspettavo da sempre.

Che rumore fa la felicità?

Cosa ci rende veramente felici?

Troppe volte sono gli stati d’animo negativi ad occupare più tempo ed energie del dovuto, eppure la sensazione di essere felici dovrebbe guidare pensieri, parole, opere ed ammissioni (di esserlo).

Come ho detto e scritto più volte, immergermi e circondarmi di bello, belle cose, bella gente, bei pensieri, mi riappacifica con il mondo ed è questa la mia Chic Therapy.

Poi viene la felicità che discende dalla consapevolezza di essere forte, sopravvissuta a varie difficoltà e vicissitudini di solitudine e sofferenza.

Una rara, per me, che sono social ma asociale, forma di felicità è la compagnia leggera e frivola che fa scorrere veloce il tempo di alcuni conoscenti. Notare bene: conoscenti, non amici, di cui ho una concezione molto personale ed elitaria.

La felicità per un lavoro fatto bene, da distinguere dall’aver fatto il proprio dovere che mi provoca poca soddisfazione. È qualcosa che va oltre il compitino: sapere di aver fatto bene qualcosa, vederlo vivere e funzionare e sapere di fare bene quella cosa lì. Questo mi rende felice.

Quando le giornate scorrono bene e riesco a spuntare le mie liste di cose da fare, con garbo e calma di vivere.

Poi c’è l’intuizione creativa. A volte succede questa magia: a partire da stimoli casuali: un frammento di discorso, una sensazione, un colore inizia a prendere forma una storia o il disegno di un vestito, che per me nasce già fatto e finito. Quando succede, è felicità.

Felicità di aver compreso un concetto. Il momento della cattura cognitiva.

Una delle mie preferite è la felicità di Cesare, quando il dado è tratto, la mia responsabilità è finita e posso abbandonarmi al flusso degli eventi.

L’ultima felicità sono le Mie Persone.