Classe 1973, romana, oggi è uno dei volti di #sky, con un’immagine sofisticata e glamour ma lo stile di Ilaria D’Amico è cambiato molto rispetto alle sue prime apparizioni in televisione.
Alla guida di “Campioni – Il sogno” si è distinta per i suoi outfit sobri ed eleganti, mai eccessivi o volgari. Eppure sprizzava femminilità a iosa. I primi anni ha abbandonato molto raramente il nero.
Oggi è una nota giornalista sportiva dai look sofisticati e glamour ma lo stile di Ilaria D’Amico è cambiato molto da quando ha esordito in tv. Tutti la ricorderanno alla conduzione di “Campioni – Il sogno” per i suoi outfit sobri ed eleganti, mai eccessivi o volgari. I primi anni ha adottato il nero come colore guida, prediligendo in particolare i tubini e gli abiti molto aderenti.
Adesso, con una posizione di leadership acquisita, Ilaria, con i suoi capelli lunghi e fluenti, viene sempre considerata una delle giornaliste più sexy d’Italia ma ha uno stile decisamente più ricercato ed osa molto di più con i colori. Spazia da Valentino a H&M, da Alexander McQueen a Paul Smith, fino ad arrivare a TopShop, apparendo sempre raffinata e sensuale. Indossa sempre tacchi importanti e, a differenza del passato, come già preannunciato, lascia un po’ di spazio anche ai colori ed alle fantasie, anche se preferisce quasi sempre le tinte unite. A volte ha osato con abiti lunghi e importanti, altre ha optato per tailleurs pantalone, spezzati da bluse chiare dal taglio semplice e maschile.
Ilaria è sicuramente una donna Inverno e la sua palette di riferimento potrebbe essere più ampia, ma ha fatto scelte ben precise per emergere in un ambiente prettamente maschile e, aggiungo, delle scelte vincenti. Personalmente la apprezzo molto e ritengo che il suo look volutamente monocromatico abbia contribuito a renderla riconoscibile ed a farne risaltare la competenza.
Gli addii sono difficili, che siano voluti o meno, e, una volta finite le schermaglie della rottura, subentra spesso la necessità di pulire la vita è la casa dalle testimonianze concrete della precedente vita insieme. Da un giorno all’altro, una cucina che aveva ospitato pranzi allegri si trasforma in un luogo da evitare . Le cose che avevano rappresentato la vita comune devono essere tolti da davanti agli occhi. In questa fase di dolore acuto gli oggetti la fanno da padrone, anche perché là persone è uscita di scena. La scelta tra cosa tenere e cosa buttare è, a mio avviso, liberatoria.
Invece c’è chi sceglie di salvare tutto questo. Un museo.
Il Museo delle Relazioni Interrotte si trova a Zagabria ed è stato aperto nel 2006 da due ex innamorati, la produttrice cinematografica Olinka Vištica e lo scultore Dražen Grubišić, che hanno deciso di fermare in uno spazio aperto a tutti la fine della loro storia. Nel tempo è stato riempito da altre persone che hanno portato ognuna il proprio oggetto, accompagnato dalla sua storia.
Troviamo un vestito da sposa, messo dentro un barattolo di sottaceti: dopo sette anni di matrimonio, la donna ha visto andare via il marito senza neanche una scusa; c’è un vasetto di cetriolini, lo aveva acquistato una ragazza per il suo fidanzato, inghiottito da una voragine spazio-temporale, scomparso dalla sua vita.
Leggiamo di una protesi, donata da un uomo con la seguente motivazione: “la mia gamba artificiale è durata più del nostro amore. Materiale migliore”, si era innamorato della sua terapista.
Poi un’ascia, usata per fare a pezzi i mobili di casa da una donna, dopo aver scoperto i tradimenti del marito, accompagnata da una nota: Più la stanza era piena di mobili in frantumi, più mi sentivo meglio”.
Un tubetto di dentifricio mai finito.
Una bambola di Peter Pan, appartenuta ad un uomo cui ricordava la sua parte infantile e che scrive “ora quel bambino non esiste più”.
Un modo chic e diverso di rapportarsi al proprio dolore, esporlo in maniera dignitosa e con poche righe, invece della messa in piazza sui social, vecchi e nuovi, dal bar a Facebook, raccontando ognuno la propria versione parziale. Il Museo delle Relazioni Interrotte è una specie di cicatrizzante della ferita, che la cristallizza.
Il museo delle Relazioni finite è un modo dignitoso di dare per l’ultima volta un senso a quello che abbiamo fatto per un po’ anche illudendoci, anche sbagliandoci, dando retta ad un muscolo volubile e autoritario, ♥️, a cui non si comanda.
E voi? Cosa portereste in questo Museo di Zagabria?
Super bionda, sempre sorridente e fashion icon per eccellenza. Alessia Marcuzzi nel 2019 si è rivelata una pazzesca anticipatrice di tendenze, regalandoci una serie di abbinamenti e capi che sono divenuti un must have immediatamente.
Alessia ama mescolare, ossia il mix&match, pezzi capi griffati con pezzi low cost, di certo non meno belli per il loro costo inferiore.
Dal suo album dei ricordi, ci rende partecipe di una fotografia che la ritrae, bambina, con i capelli al naturale e già bellissima.
Nel corso della sua carriera, abbiamo potuto ammirare il suo gusto frizzantino, che ha potuto fare affidamento su un fisico da urlo.
Ma è nel corso del 2019 che Alessia si conferma una trendsetter purosangue.
Il look dei look del 2019 sfoggiato da Alessia Marcuzzi è con le sneakers viola, un paio di Vans Old School, abbinate alla borsa dello stesso viola. Un look semplicemente pazzesco che ha fatto tornare di moda l’abbinamento borsa+ scarpe, da tempo snobbato, decretandola la combinazione più fashion dello street style.
E che dire dell’abito scamiciato in lino a righine bianche e blu che ha dettato le tendenze della moda Estate? L’abito passe-partout dell’estate facilisissimo da abbinare a un paio di sandali flat da sfoggiare al mare, ma anche in città. Un capo che potremo riproporre ad ogni estate in quanto senza tempo: le righe sono le righe e il blu è il blu, non si sbaglia.
Uno degli abiti piu sexy proposto dallo show girl è questo mini vestito di lana, un mini dress a costine abbinato a degli strepitosi stivali cuissardes fin sopra al ginocchio e tacco alto di color cuoio verniciato. Una mise semplicemente pazzesca nella sua essenzialità.
E poi Alessia Marcuzzi ci ha mostrato le scarpe più di tendenza dell’Estate 2019: le sneakers bianche, onnipresenti, si abbinano a jeans chiari, shorts e anche vestitini. Alessia Marcuzzi le ha indossate nel suo viaggio in California sul Sunset Boulevard facendole tornare subito di grande tendenza.
Una tendenza del tutto nuova lanciata da Alessia Marcuzzi è stata quella di abbinare i collant in pizzo con le décolletées.
Un paio di décolltées giallo fluo firmate Versace e delle collant in pizzo per uno dei look più incredibili sfoggiati durante una puntata de Le Iene e che nessuno dimenticherà.
Indimenticabile il vestito corto a fantasia floreale, una creazione dello stilista Giambattista Valli per H&M che ha portato una ventata di primavera nelle nostre giornate autunnali. Un abito a dir poco stupendo da indossare sotto un caldo cappotto, la punta di diamante della capsule collection di Giambattista Valli per H&M.
Alessia Marcuzzi adora i jeans e con questo modello di Zara ce ne he regalati un paio imperdibili abbinati a un paio di décolletées di Jimmy Choo. Che cosa dicevamo dello stile mix&match? Un paio di jeans da urlo a vita alta con pince sul davanti che è andato letteralmente a ruba risollevando una serie infinita di nostri outfit autunnali.
La camicia più in voga dell’Estate 2019 è stata la camicia a fiori che ha indossato Alessia Marcuzzi in perfetta chiave casual chic. Una camicia facilissima da abbinare con tutto, jeans strappati, vestiti lunghi e shorts con sneakers ai piedi. Un capo furbissimo e super cool che ci ha tenuto compagnia tutta l’estate.
Imperdibile il pantalone cargo militare indossato con top di seta rosa e trench beige per un look casual chic in perfetto stile mix&match. Un paio di pantaloni che sono diventati tendenza moda Primavera Estate 2019 da avere nell’armadio e da declinare in diverse varianti. Quella di Alessia Marcuzzi è senza dubbio la combinazione più bella.
Che dire poi della gonna midi con piccolo spazio che la conduttrice ha indossato per una puntata della trasmissione Le Iene. Una gonna a tubino in pelle a vita alta beige che le sta semplicemente divinamente abbinata a un paio di décolletées nere e un cardigan a righe orizzontali. Un outfit firmato Alberta Ferretti che più bello non si può.
Alessia si conferma, quindi, icona di stile offrendo spunti e idee a quelle che hanno i suoi stessi colori ma anche, adattando la palette al proprio gruppo di appartenenza secondo l’Armocromia, alle altre per un look frizzante e gioioso come lei.
Io di figli ne ho 3, a distanza di 6/7 anni l’uno dall’altro, per cui ogni volta è stato un nuovo inizio.
Se con la prima ho peccato di totale inesperienza e ho fatto dei gran casini (poi ho anche rimediato) con gli altri due è andata decisamente meglio grazie alla donna che sussurrava ai neonati, la sempre sia lodata #tracyhogg.
Prima di tutto, stiamo calmi: abbiamo bisogno di tutta la nostra stabilità e capacità di concentrazione per capire, dopo 9 mesi e oltre di fantasie, il bambino reale che abbiamo tra le braccia.
Io ho cercato di organizzare il più possibile prima, in modo da essere preparati. Culla, fasciatoio, vestitini, pannolini, tutto al suo post. Frigo e freezer pieni.
Una volta a casa, respiriamo profondamente e mostriamo al bimbo la sua casa, parlando con voce bassa e serena.
I primi tempi cerchiamo di limitare le visite e organizziamoci seguendo la politica dei piccoli passi e dividendo il da farsi in cose urgenti, posticipabili e da rimandare a quando si sarà più in forma.
Mai come adesso è vero il mio mantra: l’organizzazione rende liberi.
Quindi i primi giorni che il neonato è ancora stanco del parto, riposate più possibile e ricordate che, a prescindere dal carattere, tutti i neonati stanno meglio quando la vita è calma e prevedibile.
Il mio metodo salvavita, salvacoppia, salvamestessa è sintetizzabile dall’acronimo: EASY. Eating-mangiare; Activity (fasciatoio/bagnetto/giocare) Sleep-dormire (da soli nel lettino) e You.
Il metodo parte da subito perché così riusciamo ad interpretare meglio il pianto. All’inizio teniamo un diario delle poppate in modo da ricordarci con certezza l’ora.
Le poppate saranno di una durata compresa tra 25 e 40 minuti ed intervallate da 3 ore di altro. Dopodiché abbiamo 45 minuti di Attività (cambio; passeggiata; giochini) e poi un pisolino di massimo 1 ora.
Il bambino ha un ordine logico e anche voi.
Teniamo conto che allattare è un esercizio, che si impara, e togliamoci dalla testa le proiezioni di perfezione immaginaria di film e pubblicità.
Per quanto riguarda le Attività: da subito al bambino va spiegato a parole ciò che si fa con lui e per lui, parlandogli delle attività quotidiane, mostrandogli foto ed indicandogli le persone, leggendogli libretti semplici con figure da seguire, cantando e suonando.
Il bagnetto è il mio momento preferito perché rilassante e a contatto con il corpo profumato di borotalco. Anche se con la baby n. 3 si è tramutato in un incontro di lotta libera..
Ed arriviamo al tasto che sta a ♥️ a tutti i neo-genitori: il sonno. Osserviamo sempre il bambino che quando ha sonno sbadiglia, guarda un punto fisso ed inizia ad abbandonarsi con il corpo. Ecco a questo punto si mette nel lettino, avvolto in una coperta tiepida e piano piano,rassicurandolo con colpetti ritmici sulla schiena ed eliminando ogni stimolo extra, si lascia a dormire.
Regole magiche per dormire tutta la notte:
Principio del Fare un buco per Tapparne un altro: mai far dormire un neonato più di 3 ore di giorno. Se non dorme di notte eliminare pisolini diurni, mai dopo le 17!
Rimpinzarli di sera, il cosiddetto Latte della Buonanotte.
Ciuccio (il piccolo supereroe ne aveva una collezione, la baby n. 3 non lo ha mai voluto- ogni bambino è diverso).
Ed infine, un po’ di tempo per noi: per mangiare, dormire, passeggiare, qualche libera uscita, parlare con un adulto e viziarsi.
Questo il mio metodo salvavita che consiglio caldamente al fine di conservare una dignità è una vita. 😃
Risposta alla domanda: ma come fai a fare tutto? Molto semplice non lo faccio. Non faccio promesse che non sono certa di mantenere e non sono disponibile per tutti. Il multitasking può essere multistanking per cui chiedo aiuto senza vergognarmi, come recita un proverbio africano: Per crescere un bambino, ci vuole un villaggio.
Come tutti sanno, Belén è nata e cresciuta in Argentina e a 20 anni si trasferisce in Italia, iniziando a lavorare come modella di intimo per poi conquistare il pubblico grazie al reality show L’isola dei famosi.
A partire da questo momento esplode il fenomeno #belen cui tutti abbiamo assistito, in maniera più o meno attenta.
Il suo stile è in generale molto sensuale e studiato ad hoc per esaltare il suo felicissimo patrimonio genetico. Tuttavia, dagli outfit giovanile e sbarazzini ad oggi la sua immagine si è decisamente evoluta, da stallona ruspante a donna sexy e consapevole. Non dimentichiamo che lei è Argentina, per cui un tocco di eccessivo fa parte del suo background culturale e mentale.
Fuori dalle scene, Belén ama stare comoda: indossa spesso jeans e pantaloni joggers abbinati a maglie e crop top o, ancora più spesso, semplicemente un bikini minimale.
Nei suoi outfit in genere è presente almeno un capo in denim che sia un giubbino, un pantalone o un paio di micro shorts che mettono in risalto le sue gambe lunghe e toniche.
I tacchi alti sono usati secondo le declinazioni più fashion ma non disdegna le più comode sneakers, generalmente Converse o Ash.
Tutti gli outfits, dai più ricercati ai più semplici, subiscono notevole upgrade grazie ad una borsa di lusso, tra le sue preferite la Antigona di Givenchy e la Rockstud di Valentino ma non è raro vederla indossare anche l’ambitissima Birkin di Hermès.
Sempre in tema di accessori, Belen ama i gioielli vistosi e coloratissimi.
In sintesi, lei è super bella e nella sua immagine esalta giustamente i suoi punti di forza con spacchi e scollature scenografici. Mai sciatta, sempre curata e accessoriata, probabilmente appare eccessiva ad un gusto più sobrio e minimal ma si può sempre trarne ispirazione per look sexy o semplicemente ammirarne la bellezza mozzafiato.
Simbolo di armonia ed equilibrio, nonché di calma, il colore blu ha la facoltà di rilassare, richiamando alla mente immagino di pace ed equilibrio. Ci sentiamo destabilizzati dall’entrata in questa nuova decade ed abbiamo voglia di sentirci rassicurati e ben accolti. Questo il significato della scelta.
Un tempo il blu era un pigmento molto raro, ricavato dai lapislazzuli e, di conseguenza, molto prezioso.
Le persone che vestono di blu chiaro non necessariamente tendono all’ introversione. Il #classicblue denota uno spirito classico e senza tempo. Compie alla perfezione la missione di essere elegante e raffinato, trasmettendo quiete emotiva e padronanza di sé. Considerato tra i colori freddi, usato nell’abbigliamento intimo più che attrarre può trasmettere un senso di distanza. Chiaramente, s parte rare e speciali occasioni cui riservare un look monocromatico, è più opportuno stemperarlo con qualche tocco di colore più caldo.
La somiglianza con il #royalblue britannico (un blu particolare ottenuto dalla mescolanza di polvere di lapislazzuli con alti pigmenti azzurri, blu e bianchi). La tonalità, tra il celeste e il blu elettrico, rappresenta la casa reale britannica: si narra, infatti, che questo colore sarebbe stato creato da alcuni sarti che vinsero una competizione per creare un abito per la Regina Carlotta, moglie di Re Giorgio III.
E già in questi primi giorni dell’anno, i reali britannici si rivelano grandi protagonisti, per cui #tendenza2020 azzeccatissima.
È, inoltre, perfetto per essere abbinato sia con colori preziosi, come l’argento e l’oro, sia con nuances che lo esaltano per contrasto ancora di più, come il bianco (non colore) e il giallo (il suo complementare).
Colore molto versatile che si presta molto bene ad essere scelto come filo conduttore nei matrimoni.
Per concludere, apprezzo molto il blu nell’Interior Design, anche se per ora l’ho utilizzato poco, ma mi riprometto di utilizzarlo di più nella vecchia-nuova casa ristrutturata. Colore che focalizza lo sguardo e favorisce calma e concentrazione, che non guastano mai.
In conclusione, il Classic Blue è un colore versatile e duttile, come confidiamo che sia questo 2020.
“La bellezza è una lettera di raccomandazione che conquista subito i cuori” cit. #schopenhauer
Ed è vero: si è innegabilmente più indulgenti e ben disposti nei confronti di una persona esteticamente piacevole. La prima impressione conta e molto. La bellezza può essere soggettiva e risiedere nei nostri occhi oppure nel nostro istinto ed è anche influenzata dal contesto culturale: #katemoss sta agli anni ’90 come #marylinmonroe sta agli anni ’50 e di certo non sono concetti e rappresentazioni di bellezza interscambiabili.
Essere belli non coincide con l’essere perfetti, non è tanto o non è solo una questione di proporzioni. Insomma, un conto è essere belle, un conto è piacere: sono due cose diverse. La bellezza è sinonimo di proporzioni perfette, ma per piacere davvero e per “colpire”, l’ esibire con orgoglio o con ironia un nostro difetto può diventare l’arma vincente.
Di sicuro è che la nostra pelle, i capelli, il viso ma anche, a mio avviso, un corpo tonico e che si muove bene parlano di noi e allora perché non presentarli al meglio?
Di perfetto al mondo c’è solo #belen, per tutt* i restanti mortali curarsi è un modo per valorizzarsi anche se Madre Natura fosse stata parca di doni.
Di recento ho sentito alla Radio che tornerà in onda un programma TV che, personalmente, mi intristisce a morte: La Pupa e il Secchione 😐, fondamentalmente basato sull’assunto: bellezza femminile=stupidità; bruttezza maschile=intelligenza.
Credo che una bella presenza doni quell’aura di gradevolezza che aiuta, ma è un fattore che da solo non basta a spiegare i risultati ottenuti sul campo. Se quindi la bellezza non è garanzia di intelligenza, non lo è neanche la bruttezza…
ll giudizio può essere facilmente ribaltato tappandosi le orecchie e ingrossandosi le spalle, aspettando di dimostrare con i fatti che le equazioni non sono sempre perfette. Senza appoggiarsi agli stereotipi della stupidità come se questa fosse una scappatoia o una corazza per difendersi, l’intelligenza è un cuore che pulsa e che deve essere fatto sentire. Cit. ex finalista #missitalia.
Non c’è bisogno di schierarsi si può essere bell* e brav* semplicemente con tanto impegno nel migliorarsi sempre. Concetto su cui ho fondato il mio personalissimo stile di vita sul pianeta #lastefy.
I saldi sono cominciati ed è il momento giusto per arricchire il guardaroba senza impoverire il portafoglio 😎!
Cosa conviene comprare per evitare lacrime di coccodrillo post danno?
Prima di immergermi nella frenesia a zero testosterone dei saldi, preferisco fare il punto analizzando quali capi fondamentali ( i cosiddetti must-have) mi mancano o sono da sostituire.
E qui arriviamo al nodo della questione:
Quali sono i pezzi immancabili in un guardaroba?
In pole position:
La miglior difesa è l’attacco:
Prendiamo spunto dalle Nuove Collezioni che fanno già bella mostra di sè nei negozi per aggiudicarsi pezzi utilizzabili anche nella stagione a venire. I colori fondamentali saranno: il rosa, l’optical (bianco e nero), mille sfumature di marrone, i #pois di tutte le misure, lo stile Côte d’ Azur ( alla Brigitte Bardot per intenderci), assieme allo stile Coco prima maniera ( righe, camicia bianca o celeste, trench ai limiti del bianco, foulard bianco o blu).
Quindi, potremmo acquistare capi spalla sempre validi:
Il cappotto cammello.
Il teddy bear. Qui abbiamo pareri discordi: a mio avviso è come l’Opera, o lo ami o lo odi. Sicuramente è un cappotto caldo e coccoloso, per il mio gusto personale un po’ adolescenziale.
Un’ecopelliccia di qualità.
Uno smoking da donna: sempre attuale e di sicuro effetto glamour.
Altro acquisto a colpo sicuro: un capo in pelle colorata. Da non perdere!
Abito in pelle.
E voi? Siete d’accordo o vorreste modificare questa LISTA?