Barcellona in 3 steps 🌺🌺🌺🌺🌺🌺🌺🌺

La felicità è passare tre giorni a Barcellona con la adolescente unicorno ed il supereroe figlio n. 2. Tre giorni esclusi i giorni di arrivo e partenza che sono sempre giorni spezzettati.

In tre giorni, è impossibile vedere tutto ma questo viaggio è il nostro primo viaggio da grandi e dopo un anno di sacrifici e limitazioni.

E allora sogniamo perché non si vive di solo pane, ci vogliono anche i tulipani.

Il sogno è iniziato a casa quando abbiamo scelto cosa fare, dato che il tempo era limitato e Barcellona ricca di cose da fare e vedere.

La mattina abbiamo scelto di fare i turisti ed il pomeriggio di rilassarci in spiaggia, che devo dire ha entusiasmato gli animi in misura inaspettata.

  • Giorno 1 dedicato a #gaudi: tra tutte le sue opere abbiamo scelto di approfondire #lapedrera. Ho acquistato i biglietti tramite il sito di #civitatis per evitare le lunghe code in entrata e, arrivando alle 10 del mattino, che per uno spagnolo è prestissimo, la folla non c’è.

Dopo questa incentavold bagno nella bellezza coadiuvato da una audioguida disponibile in varie lingue, ci siamo diretti verso la #sagradafamilia, a pochi minuti a piedi, che abbiamo scelto di vedere da fuori per i numerosi cantieri interni che finiranno nel 2026. Sulla via dell’albergo, breve sosta a #casabattlo. La scoperta della giornata? Vedere che Gaudì si ispirava per le sue costruzioni agli scheletri dei crani di animali, come la capra, o visualizzava un drago come facciata di una casa sul corso principale della città.

  • Giorno 2: visita del Barrío Gotico con Umberto di #civitatis. Una visita entusiasmante e particolare con un’ottima guida in italiano per noi ma si possono scegliere altre lingue. Abbiamo scoperto che Barcellona nasconde ferite, doni ed infiniti aneddoti.
  • Giorno 3: #Campnou. La adolescente unicorno ed il medio supereroe sono maniaci di calcio, da grandi con altissima probabilità faranno i cronisti sportivi, quindi per loro era una tappa obbligata. Anche in questo caso abbiamo acquistato tutti i biglietti on line sul sito ufficiale.

Il motto del FC Barcellona è quantomeno entusiasmante:

Sentimento non si regala,

ma tutto il resto sì!

A parte i soldi che mirano a spillarti per tutto ( vendono anche l’erba dello stadio..), il giro anche virtuale è stato carino e ci ha portato ovunque,.

Ogni pomeriggio lo abbiamo trascorso in spiaggia, in una atmosfera easy e rilassata che ho trovato solo qui finora. Abbiamo mangiato cioccolata s churros vista mare dopo infiniti bagni ghiacciati e fatto shopping come se non ci fosse un domani.

Per dormire abbiamo usato #bernishouse e come luogo dove mangiare preferito abbiamo designato #robedetapas.

Per concludere: la felicità è un viaggio e vale sempre la pena di partire!

Vestirsi a prova di pancetta

Per chi, come me, sta lottando una lotta impari contro la mitica pancetta: allora, come vestirsi per cercare di valorizzarsi?

Semplice: sono sufficienti bastano pochi e furbi accorgimenti per bilanciare otticamente la figura, a nostro favore.

I pantaloni a vita alta sono ottimi alleati; così come
giacche di lunghezza di poco oltre i fianchi.


Lo scollo a V è un misto per slanciare la figura e distogliere sguardo ed attenzione dai rotolini malefici.

La regola generale è quella di riprodurre una A, per cui via libero ad abiti, bluse, tees a trapezio.


L’intimo deve essere strategico nel modellare, infatti, è eccezionale per ottenere una linea impeccabile, agendo sotto l’outfit.

Intimo effetto clessidra

Come avere un Lato B a prova di costume 💪🏼

Inutile negarlo: tutti vogliono un culo decoroso, alto e sodo, tutto l’anno ma la fissazione aumenta con l’avvicinarsi dell’estate.

La dotazione fornita da madre natura conta, q.b., quanto basta, non troppo.

Volontà ferrea, metodo e costanza sono i vostri migliori amici per portare il vostro lato B molto in alto 😃, prevedendo almeno un mese di allenamento, tre volte a settimana.

  1. Il cubo magico, ovvero un gradino o uno scalino: da salire e scendere per tre serie da trenta; per poi usarlo per tre serie da venti di salti a piedi uniti.
  2. Squat, squat e per continuare squat: regola d’oro per un culo di marmo: tre serie da trenta.
  3. Affondi laterali e frontali: mi raccomando questi esercizi per essere efficaci vanno eseguiti in modo impeccabile, di conseguenza aiutatevi con lo specchio o un video di YouTube. Quattro serie da ventiquattro. Dodici per gamba.
  4. Partire di slancio. Slanci laterali e posteriori, anche con l’ausilio di cavigliera o elastico, in modo da tonificare il culo senza gonfiarlo ed assottigliare il giro coscia. Tre serie da trenta, sia dietro che laterali.
  5. Skipper con o senza peso, tre ripetizioni da 1 minuto l’una.
  6. Dynamic Table: nella posizione del tavolo sollevare gamba e braccia opposte, mantenendo l’equilibrio per un minuto. Da ripetere per tre volte.

Al termine lo stretching spetta di diritto 💪🏼.

Mezzo anno di te 💟

Sei mesi fa, all’inizio di quella che sarebbe stata la notte più lunga della mia vita, abbiamo lasciato la ragazza unicorno ed il piccolo supereroe a casa con i nonni acquisiti.

” Ma se tu vai via, io mi ammalo ” – aveva piagnucolato il piccolo supereroe, non più tanto certo dei suoi superpoteri di fronte alla mia rottura delle acque. Ma io sapevo che la baby n. 3 voleva nascere, nonostante la scadenza fosse prevista per due settimane dopo.

Siamo arrivati in ospedale alle 23, lasciando l’auto su una rampa di accesso al pronto soccorso, super agitati e sorpresi, mentre io interpretavo impersonificandole le Cascate delle Marmore.

” La dilatazione è poca ma con le membrane rotte lei deve restare in ospedale, mentre il futuro papà vada pure a casa” – aveva sentenziato l’ostetrica, aggiungendo come una Cassandra dei parti: “Però il terzo figlio è imprevedibile ⛔️”.

Le stanze del reparto di Ostetricia erano buie e silenziose ed io mi sentivo un po’ spaesata, lontana dagli altri due cuccioli.

Dopo aver chiacchierato tramite #whattsapp con tutti i contatti svegli nel cuore della notte e disponibili, alle 4 del mattino il travaglio inizia a farsi serio e chiamo l’ostetrica premonitrice.

Porca paletta, avevo cancellato tutto quel dolore..

“Andiamo di là per un controllo”, mi dice, “ma porta anche i vestitini della bimba”.

Quello è stato il momento in cui ho capito che baby n. 3 stava per arrivare sul serio.

Stesa non riuscivo a stare e lei è scivolata nel mondo a testa in giù, attratta dalla forza di gravità, in una stanza che #tarantino ed il cinema #splatter scansate, con il papà che l’ha vista vestita e profumata perché abbiamo scelto di fare all’antica, con lui praticante la altrettanto faticosa attesa dietro la porta.

Me la hanno portata avvolta in una coperta bianca, scura come un’indigena e gli occhi non li hai mai aperti fino all’8 novembre: quel pomeriggio, mentre allattavo, mi hai guardato e li ho visti per la prima volta: due pozzi scuri e luccicanti di vita.

È stato come incontrare qualcuno di conosciuto e che aspettavo da sempre.

Che rumore fa la felicità?

Cosa ci rende veramente felici?

Troppe volte sono gli stati d’animo negativi ad occupare più tempo ed energie del dovuto, eppure la sensazione di essere felici dovrebbe guidare pensieri, parole, opere ed ammissioni (di esserlo).

Come ho detto e scritto più volte, immergermi e circondarmi di bello, belle cose, bella gente, bei pensieri, mi riappacifica con il mondo ed è questa la mia Chic Therapy.

Poi viene la felicità che discende dalla consapevolezza di essere forte, sopravvissuta a varie difficoltà e vicissitudini di solitudine e sofferenza.

Una rara, per me, che sono social ma asociale, forma di felicità è la compagnia leggera e frivola che fa scorrere veloce il tempo di alcuni conoscenti. Notare bene: conoscenti, non amici, di cui ho una concezione molto personale ed elitaria.

La felicità per un lavoro fatto bene, da distinguere dall’aver fatto il proprio dovere che mi provoca poca soddisfazione. È qualcosa che va oltre il compitino: sapere di aver fatto bene qualcosa, vederlo vivere e funzionare e sapere di fare bene quella cosa lì. Questo mi rende felice.

Quando le giornate scorrono bene e riesco a spuntare le mie liste di cose da fare, con garbo e calma di vivere.

Poi c’è l’intuizione creativa. A volte succede questa magia: a partire da stimoli casuali: un frammento di discorso, una sensazione, un colore inizia a prendere forma una storia o il disegno di un vestito, che per me nasce già fatto e finito. Quando succede, è felicità.

Felicità di aver compreso un concetto. Il momento della cattura cognitiva.

Una delle mie preferite è la felicità di Cesare, quando il dado è tratto, la mia responsabilità è finita e posso abbandonarmi al flusso degli eventi.

L’ultima felicità sono le Mie Persone.

Mille di questi anni!

Da neomamma Ter quarantenne+, ci penso autonomamente a sentirmi vecchia ma, semmai avessi un attimo di distrazione, amici, parenti e conoscenti si incaricano di ricordarmelo 😃.

Sarà per questo motivo che mi ha particolarmente colpito l’etichetta di donne millennials di un gruppo di donne boss di #hollywood, delle donne talmente curate, forti e potenti che non ha senso applicare loro il concetto di età. Ebbene mi è suonato un concetto così rivoluzionario che delle donne che lavorano anche con il proprio aspetto siano libere di sentirsi “eterne”, millennials appunto, che è stata una scoperta che mi ha migliorato la giornata.

Da sempre una donna deve fare i conti con il tempo:

che sia quello del primo ciclo, quello mensile, la tinta da fare ogni determinate settimane, l’orologio biologico, l’appuntamento cadenzato al centro estetico, la menopausa,

fin da subito il tempo è a volte alleato più spesso avversario. Ebbene alcune tra noi lo hanno sconfitto.

E chi sono queste eroine millennials?

#juliaroberts, #reesewhiterspoon, #gwinethpaltrow, #jenniferaniston, #nicolekidman, in prima fila, seguite da molte altre, basti ricordare le super modelle anni ’90 apparse a celebrare @versace in passerella che hanno fatto la loro porc@ figura in mezzo alle ventenni.

Lasciarmi ispirare da cotanti modelli di forza, bellezza e femminilità, è stato entusiasmante. Perché anche io, nel mio piccolo, cerco di sdoganare pregiudizi e luoghi comuni e non mi sento certo di meno di altr* solo in relazione all’età.

Momento Selfie 📛📛

Il Selfie perfetto è quello per cui non serve editarlo (modificarlo) con troppi filtri.

Per ottenerlo cerchiamo di ispirarci ai trucchi delle celebrities:

💟La fotocamera frontale è sicuramente più comoda ma quella sul retro del cellulare possiede una migliore risoluzione. Sarà necessario un po’ di allenamento per utilizzarla ma ce la possiamo fare!!

💟💟 Fondamentale è conoscersi ed individuare il proprio profilo migliore. In generale, possiamo fare delle prove per individuare il profilo e l’angolazione preferenziali. Lo schermo del cellulare andrà posizionato leggermente al di sopra della linea degli occhi ( per farli sembrare più grandi ed ammiccanti). Se invece avete occhi maxi schermo, come me, meglio optare per una posizione sui 45 gradi della fotocamera.

☪️ Leggende metropolitane narrano che @juliaroberts e le @kardashian siano maniache della luce perfetta a tal punto da farsi subito amico il tecnico delle luci e di scattarsi foto evitando accuratamente le ore intorno mezzogiorno.

☪️☪️ Mirror Selfie solo a condizione che sia possibile inquadrare buona parte della nostra figura.

⛔️ regola aurea: invece di usare i filtri, sistemiamoci prima: parrucco decoroso, fondotinta, blush, lucida labbra.

Cerchiamo di trovare la “nostra” espressione, quella che ci identifica.

⛔️ fotoritocco ma con parsimonia che poi la gente non ci riconosce per strada!!

Imperativo: customizzare 😃

Il mood imperante oggi è customizzare, ossia personalizzare e fare solamente nostro un capo o un oggetto, lo fa #louisvuitton che offre come benefit gratuito a tutti i clienti, compresi quelli della gamma low cost, la possibilità di incidere le proprie iniziali su quanto acquistato.

Da un mese circa anche #zara, ha fatto sua questa tendenza, scegliendo per cominciare la nuova collezione denim primavera/estate 2019.

Perché proprio i jeans?

È presto detto: il jeans è una tabula rasa, che si presta a svariate personalizzazioni come scritte, ricami o sovrapposizioni; inoltre di jeans spesso ne possediamo in eccedenza, per cui personalizzare, ops customizzare, è anzi ben accetto per evitare doppioni.

Per il momento, l’azienda spagnola offre questa opportunità in tre stores: Milano C.so Vittorio Emanuele, Barcellona ed Amsterdam, ma anche online!! per tredici modelli, con prezzo compreso tra i 19,95 euro ed i 39,95 euro, che possiamo scegliere a nostro estro di rendere ancora più nostri con un mix di 11 lettere ed il colore preferito. Ovviamente per chi usufruisce del servizio on line sarà da aggiungere un giorno al tempo previsto di consegna.

Ed ecco l’ultima frontiera della moda: quella di differenziarsi, di non omologarsi, di avere nel proprio guardaroba non solo pezzi unici ma anche pezzi che ci contraddistinguano e che possiamo ideare con la nostra personalità.

Ipersensibile? Sì, grazie 😎

In questi giorni mi sono rifugiata nel libro di Federica Bosco “Mi dicevano che ero troppo sensibile” come in un’oasi di pace e mi ha aiutato a capirmi meglio ma anche a capire meglio le reazioni degli altri riferite a me.

Il libro si propone come libro di auto aiuto per chi è dotato di questo eccesso di sensibilità, cosa che non è una malattia ma un tratto caratteriale.

Personalmente ho preso da poco consapevolezza di questa mia caratteristica: per molto tempo ho creduto ingenuamente che gli altri sentissero come me. E questa ingenua buona fede fiduciosa nel prossimo è molto spesso quello che fotte gli iper sensibili. Perché fuori, nel mondo, nessuno si preoccupa del tuo essere senza pelle. Solo a mie spese ed a fatica, ho compreso che ero scioccata a morte da fatti perfettamente accettabili per gli stomaci altrui.

Quando ho letto queste righe: ” Mi sono abituata a stare immobile con il mio grigio, o meglio col mio inseparabile nero, un colore che si adatta bene a tutto, ma che può stare benissimo anche da solo”. Sono state come un balsamo sui capelli crespi. Gli occhi pieni di lacrime, stavo leggendo nero su bianco cose vissute e sentite per tutta la vita. Sempre fuori agio. Io mi sento sempre così. E ho paura anche a scriverlo qui. Ma ormai siamo in ballo e stiamoci fino in fondo.

Essere iper sensibili ed iper empatici vuol dire essere sempre in balia degli altri e non riuscire a spiegarlo a nessuno!

Grazie a #federicabosco e #paolamaugeri, grazie a cui ho acquisito maggiore consapevolezza e grazie a cui mi sento sempre strana ma insieme a loro.

Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev’essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io.
Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me.
Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te.

Frida Kahlo

Le favole quelle belle.

Io da piccola ho creduto a Babbo Natale fino all’ultimo, almeno fino ai 9 anni. Ci ho creduto a dispetto di ogni evidenza e nonostante qualche spifferata di bambini cresciuti anzitempo.

Io ci ho creduto anche quando ho trovato il Cicciobello nell’armadio grande. E quando sotto l’albero con le decorazioni multicolor anni ’80, il regalo era proprio quel Cicciobello ho cancellato ogni dubbio senza esitare.

Ci ho creduto.

Ci ho voluto credere.

Poi crescendo la vita ti mette di fronte alle sue aspre verità:

  • Mia nonna non sarebbe vissuta in eterno.
  • Il massimo dei miei desideri non sarebbe sempre stato la casa di Barbie.
  • Il primo amore finisce anche se è il primo.
  • Gli altri non porgono sempre l’altra guancia, anche se ci comportiamo sempre bene.

Ma anche se ogni volta mi ripeto che la prossima volta non ci cascherò, la favola successiva ha sempre una forza così magica e dirompente che non riesco a resistere.

E se credere nelle favole mi fa ridere, sorridere, sorprendere e vivere come una principessa, allora ne varrà sempre la pena.

L’avventura al Ballo delle Debuttanti è stata una favola favolosa, come respirare il mio ” vissero felici e contenti”.

Partecipare è stato molto cool e do la colpa a Cenerentola, Kate e Meghan se credo che un ballo e delle scarpette di cristallo siano garanzia di un happy end sicuro. È stato favoloso come una favola dall’appello senza tempo.

Lascio il link per partecipare al Ballo delle Debuttanti Calabria perché vale proprio la pena di essere protagonista di questa favola moderna che sintetizza in pochi giorni romanticismo, sorellanza, cultura, savoir-faire e solidarietà: htpps://www.associazioneapevco.com/ballo-debuttanti-calabria-1/ballo-debuttanti-2019/iscrizioni-regolamento/ .

Perché noi siamo le nuove principesse delle favole.

Chic Dream