Evoluzione e beauty look di Diletta Leotta ⭐️

Vuoi o non vuoi con Diletta Leotta bisogna farci i conti.

Volto di #dazn, la bionda presentatrice sportiva piace molto agli uomini ed anche alle donne, incuriosite dal suo stile in fatto di alimentazione e sport e dalle sue scelte sentimentali, che riempiono i siti di gossip e le bacheche social.

Diciamo che, se avete una figlia adolescente con scarsa consapevolezza dei miracoli della crescita, potete raccontarle la storia di Diletta come favola della buonanotte, producendo prove empiriche di quello che andate proclamando a gran voce:

Guarda Amore Mio di figlia 15 enne!! Un giorno mangerai una mela avvelenata e ti sveglierai così!

Se poi avete, come noi, un figlio n. 2 Aspirante Chirurgo Plastico, il gioco è fatto!! D’altronde se la scienza ci può aiutare perché essere così retrogradi?

Curioso come scettici e negazionisti spariscano di fronte a questi miracoli fondamentali per il benessere non tanto e non solo della umanità intera quanto di #instagram 😇

Cit. Me stessa.

Diletta poi, che quanto a faccia tosta non necessita ritocchini, ha tenuto a Sanremo 70 un monologo sull’importanza di invecchiare e di accettare le proprie imperfezioni.

Per concludere, siamo nel 2021 e diciamo che a me non piace farmi prendere in giro e credo che ognuna faccia del proprio corpo ciò che meglio reputi opportuno.
Per cui, con le dovute premesse, scendiamo nel dettaglio dei beauty look di Diletta Leotta:

  • La forma del corpo appare anche troppo a clessidra. Nella vita reale onestamente non ho mai incontrato persone con questa forma così pronunciata. In ogni caso Diletta Leotta la valorizza con abiti aderenti e gonne fascianti.
Onestamente cara la mia Diletta Leotta in certi casi vale l’adagio popolare: Anche un po’ meno che sei phiga lo stesso.

Praticamente mai indossa i capi oversize che a volte anche Irina Shayk sfoggia. La Diletta nazionale sceglie sempre e comunque il super fit, anche se ha il ciclo. O forse ha fatto un piccolo ritocchino anche a quello.
Però per Diletta Leotta l’aderenza è uno dei Diritti Inalienabili dell’Uomo, altro che uguaglianza!

Credits @dilettaleotta Instagram.

E voi? Cosa ne pensate?
Avete copiato il suo taglio di capelli scalato?
O il make-up con occhi allungati e rossetto rosso?
Fatemi sapere 📌, qui sotto nei commenti.

I costumi Hollywoodiani di La La Land

I costumi di #lalaland, il celeberrimo film con Emma Stone e Ryan Gosling sono stati tutti ideati da zero dalla costumista Mary Zophres, in accordo con la regia di Damien Chazelle.

Il concetto base è che il film avesse un piede nel mondo contemporaneo e un piene nostalgico nella vecchia Hollywood

Cit. M. Zophres

Questo è il filo conduttore di tutta la pellicola, come testimoniano i continui richiami scenografici:


Ad un certo punto, Mia, la protagonista, mostra a Sebastian, Mr Gosling, la finestra da cui si sono affacciati Ingrid Bergman e Humphrey Bogart in Casablanca. E scusate se è poco.

Poi, a sinistra, la parete nella camera della protagonista dove fa da sfondo un ritratto enorme di Ingrid Bergman.

Tornando ai costumi, sono stati decisi in modo preciso e con stretta aderenza al copione:

il primo vestito doveva essere blu, di ispirazione ovviamente hollywoodiana e non troppo scollato.

Blu notte per il primo abito di Mia di La La Land.

Le linee semplici ed il tessuto brillante e setoso fungono da trait-d-union, ossia da filo conduttore, di tutti i vestiti della protagonista. Questo è chiaro esaminando gli ulteriori disegni di questi abiti dai colori densi e brillanti.

L’idea del giallo era già nei progetti della costumista che, tempo prima, ammirando Emma Stone sul red carpet con un look giallo limone aveva pensato:

Emma è tra le poche attrici a riuscire ad indossare il giallo Versace con grazia ed eleganza.

Il resto è storia.

Cosa vogliamo aggiungere su questo colore meraviglioso? Color Tramonto 🤩, in grado di riprendere ed esaltare il cielo sullo sfondo. Meraviglia pura.

 Non è tanto l’aspetto del vestito a fare la magia, quanto il bel colore.


In tanti hanno amato questi abiti e li hanno riprodotto ed indossati.
Chiaro segno che si era colpito nel segno dell’immaginario collettivo.

Quando la relazione tra Mia e Sebastian finisce, in concomitanza si spengono anche i colori: nel balzo nel quinquennio successivo la aspirante attrice veste in total black con accenni di bianco. Mentre nella scena finale, quando i due ex innamorati si interrogano, chiedendosi: “ E se avessimo resistito e fossimo restati uniti ed insieme?”, qui abbiamo un ampio abito bianco, il non-colore.
Tutto è finito. Anche la danza stregata dei due Amanti.

Le vestali di Big Little Lies 🤐

Vestali della figaggine della Upper Middle Class Made in USA, le cinque donne protagoniste di #biglittlelies hanno ognuna il proprio stile impeccabile

che riflette ciò che stanno vivendo.

Madeline

Madeline alias #reesewhiterspoon è la bellezza tipica californiana in formato mignon: veste in stile retrò con ampie gonne e cardigan d’altri tempi nei toni pastello che le si addicono. In crisi con il secondo marito più figo d’Oltreoceano, lo riconquista, dopo una serie di bugie non proprio piccole, indossando il suo vestito da sposa in modo discinto per cambio taglia e ballando spontaneamente: uno dei momenti più coinvolgenti della seconda stagione.

Bonnie

La yogi Bonnie punta tutto sull’ #oversize ingentilito solo a tratti con dettagli etno chic..

Forse la costumista della serie vuole suggerirci che ha qualcosa da nascondere?

Renata

Renata è una parvenue, si è guadagnata la rispettabilità che danno i soldi quelli veri, affrancandosi da un passato di povertà. Il marito, con tante e meschine bugie, perde tutto al gioco e la tradisce con la baby sitter dietro remunerazione. Renata è sul lastrico e reagisce con outfits tutti firmati con borse iconiche, che ostentano lusso ed opulenza, quello che non ha più.

Celeste

Celeste aka #nicolekidman, ha un look basic e di alta qualità, come il suo personaggio: mai eccessivo, neanche nelle condizioni peggiori. Quando meno te lo aspetti diventa audace e determinato, come in tribunale contro una magistrale Meryl Streep in un tailleur di alta sartoria.

Jane

Jane è una madre single dopo una violenza, quindi, comprensibilmente, ha un armadio di capi pratici che non vogliono apparire. Nell’ultima stagione, grazie ad un percorso di consapevolezza, adotta uno stile vintage di stampo californiano.

E tu? Chi ti assomiglia di più tra le Five Monterey Woman?

Lo stile delle Donne di The Big Ben Theory

Non so se lo sapete ma in casa nostra siamo appassionati di serie TV e The Big Ben Theory è godibile per tutta la famiglia a parte alcune battute piccanti ma troppo sottili per essere colte dai nostri Under 18. Forse solo l’adolescenza metà unicorno intuisce qualcosa ma insomma l’ironia di questa sit-com non è mai volgare per cui possiamo guardarla tutto insieme in tranquillità.

In sintesi, abbiamo visto tutte le puntate di tutte le stagioni per cui i protagonisti sono gente di famiglia per noi e, di conseguenza, so bene cosa dire in merito allo stile delle donne della serie: Amy, Bernadette e Pennie.

Amy di The Big Ben Theory

Amy è la cervellona sfigata ed emarginata che prende i suoi vestiti dal guardaroba della nonna, ma senza farsene un complesso, anzi. La postura volutamente ingobbita contribuisce a raggiungere il risultato finale. Grazie alla amicizia acquisisce sicurezza e la femme fatale che nasconde dentro esce sempre di più allo scoperto.

Il massimo del glamour lo raggiunge nella puntato del Ballo di Fine Anno che il gruppo di nerd organizza sul tetto del grattacielo dove vivono.

Amy con la tipica mise: cardigan lungo e gonna dritta sotto il ginocchio.

Per l’occasione del ballo, Amy indossa un elegantissimo abito da sera celeste carta di zucchero con copri spalle abbinato: il monocromatico è il massimo dello stile che padroneggia ed, infatti, il make up degli occhi richiamo lo stesso colore.

Amy e Sheldon nella foto del finto “Ballo di Fine Anno”.

Nelle altre puntate, al contrario, sceglie improbabili righe orizzontali, mise antiquate in materiali e colori tristi e sciatti, contrastanti con la sua brillante carriera professionale, durante la quale indossa un camice, che si rivela un sollievo per gli occhi.

Bernadette Rostenkowsky alias Bernie The Girlie

Anche lei è una Donna di grande successo nel lavoro e, come emerge più volte nel corso della serie, guadagna molto più di Howard, il suo uomo.

Nel look punta al contrasto tra un aspetto angelico di piccola bambina bionda ed un carattere dispotico ad alti livelli. Non a caso è la mia preferita.

Al contrario di Amy cura molto i capelli, sempre arricciati e cotonati e, mentre l’amica è sempre abbottonata, lei evidenzia sempre il generoso décolleté con vestitini da Lolita e coprispalla corti che evidenziano il seno.

Lo stile di Bernadette

Penny, la Bonazza.

Lei è la Star femminile di The Big Ben Theory: la ragazzotta che sogna di fare l’attrice ad Hollywood.

Al principio si veste da Sex Bomb svampita con abiti scollati e jeans strizzati da cheer leader un po’ anni ’90, in seguito, nel momento in cui abbandona gli obiettivi cinematografici per un lavoro reale, il suo stile matura: i capelli diventano corti e meno da bambolona e gli abiti più di stile e meno orientati a catturare lo sguardo maschile.. e quello di Amy.

Penny,
Penny,
Penny!


La mascherina: un nuovo accessorio 😷

La Mascherina è l’effetto più visibile di questo nuovo tempo post Covid 19.

Un nuovo status symbol che rivela molto di chi le indossa: ci sono quelle ecosostenibili, quelle usa e getta, le mascherine addolcite da un ricamo e quelle con loghi noti.

Un modo per celarci al mondo (finalmente posso parlare da sola e cantare in auto al riparo da sguardi indiscreti) ed anche per dichiarare agli altri un qualcosa di noi. Come tutto quello che indossiamo, anche la mascherina parla di noi.

Nuovo look post-pandemia.

Già nel 1918, durante la pandemia della cosiddetta “spagnola”, la mascherina era diventata un accessorio accettato da tutti per proteggersi dal nemico invisibile.

Adesso è un accessorio obbligatorio attraverso cui comunicare in tempo di pandemia e un occasione di guadagno per le aziende di moda fortemente penalizzate dal lockdown. Non a casa Louis Vuitton nel nuovo sito produttivo texano, ha convertito la sua produzione a favore di queste, sfruttando a proprio favore questa inaspettata moda cogente.

La mascherina di #fendi in seta con il celebre monogramma in fascia di prezzo alta è andata in sold-out in una manciata di minuti e lo è tuttora.

Mascherina griffata.

La mascherina di #offwhite, il cui motto è: Il lusso a portata di mano, è quella più ambita dai teenagers ed è indisponibile da giorni, al prezzo di 95,00 $.

Mascherina con le frecce.

Anche la mascherina diventa fashion. E perché no?

Le mascherine colorate e con personaggi rassicuranti e carini, come Hello Kitty o i personaggi Warner Bros, ne attenuano la valenza di presidio protettivo e sdrammatizzano la necessità di indossarle per obbligo di legge. In linea di massima valgono le regole della Armocromia, evitando il Rosso in questo particolare frangente perché è IL colore dell’Emergenza.

Senza spendere follie, quelle colorate sono sicuramente un modo per avere un’immagine migliore rispetto alle mascherine verdi chirurgiche che sembrano trasformare il mondo in una grande sala d’attesa ospedaliera bianca, senza luci colorate.

È chiaro che tre mesi fa le mascherine medica ci hanno protetto e salvato ma, in vista di una ripresa di una vita che sia anche meglio di prima, quelle delle aziende di moda sarebbero da preferire.

Con la mascherina, risaltano gli occhi.

Cos’è l’Armocromia

Molte, in tutta onestà non ho ancora sentito un uomo parlarne, parlano di Armocromia, ma, a giudicare da quello che vedo in giro, ben poche hanno capito di cosa si tratta e come utilizzarla.

Partiamo dal significato, ovvero dalla etimologia, dei termini che la compongono: Armonia e Chromos, Colore. Quindi significa:

Armonia del Colore.

Johannes Itten fu il primo ad intuire che c’era una correlazione tra uso del Colore e palette cromatica naturale di un individuo, verificando empiricamente le sue intuizioni sugli allievi della Bauhaus. e uno dei primi a sperimentare le reazioni dei colori sui singoli individui tramite esperimenti con i suoi allievi.

Oggi le sue teorie sono sorpassate ed inesatte, anche perché sperimentare su un gruppo ristretto di persone già portate, in quanto studenti di Architettura di una delle migliori scuole svizzere, ad una maggiore sensibilità estetica, è poco realistico.

Se tutti propendessero naturalmente e spontaneamente per i colori che donano loro il lavoro di image maker sarebbe inutile.

Ebbe ad ogni modo il merito di accendere l’iniziale scintilla intuitiva, si rese inoltre conto che i colori delle persone rappresentavano in parte alcuni dei colori delle quattro stagioni.

Temperatura e Valore in Armocromia.

Le sue teorie si basavano su due proprietà del colore:

Temperatura (colori caldi/freddi) e Valore o Profondità (colori chiari/scuri), ottenuta aggiungendo rispettivamente bianco o nero.

Questo primo bocciolo di analisi cromatica, seppur incompleto e impreciso, servì negli anni ’40 a Suzanne Caygill per sviluppare il primo sistema di Analisi del colore che ritroviamo nel suo libro:

COLOR, THE ESSENCE OF YOU.

Mrs Caugill sostanzialmente fa cospicuo riferimento ai colori della natura ed alle combinazioni cromatiche naturali, da cui tutto deve provenire e prendere ispirazione.

Fu, però, Carole Jackson, negli insospettabili anni ’80, che di armonico avevano ben poco, almeno in Italia, a semplificare il metodo e a renderlo popolare con il metodo COLOR ME BEAUTIFUL, grazie a cui ognuno poteva avere i suoi 30 colori del cuore in formato tascabile, per averli sempre con sé durante lo shopping, che spopolò in America.

In sintesi, siamo partiti da

COLOR,

Per passare da COLOR ME ed arrivare a COLOR ME BEAUTIFUL.

Ma il viaggio continua verso COLOR ME BEAUTIFUL e LOOKING THE BEST , con il metodo delle 4 stagioni ripreso da Mary Spillane e Christine Sherlock negli anni ’90, le quali ottengono 12 sottogruppi nelle varie stagioni con l’inserimento della proprietà del Croma tramite la teoria di Munsell.

Fu solo poi nell’ultimissimo periodo che l’armocromista americana Youakim Ferial portò i sottogruppi da 12 a 16.

L’ ARMOCROMIA E’ UNA DISCIPLINA

L’ Armocrmomia si basa sulla scienza, utilizzando alcune proprietà del colore.

In pratica si vanno a definire quali colori siano più idonei al nostro incarnato di pelle (in quanto si armonizzano meglio con i nostri colori naturali) tramite la reazione degli stessi sulla nostra pelle. Il metodo utilizzato viene chiamato DRAPING, perché utilizza drappi di colore. Le proprietà del Colore che vengono studiate sul nostro incarnato sono: sottotono, valore, Croma.

Il pregio della Armocromia è di esaltare il nostro incarnato, minimizzando le imperfezioni ed esaltando colore di occhi e make up.

Il significato della Teoria del Colore nell’epoca delle apparenze si deduce già dal fatto che quando si dà un giudizio immediato su una persona, la cosiddetta prima impressione, in 90 secondi l’80% del giudizio si basa sul Colore.

È per questo che è importante conoscere la propria palette di riferimento: è inutile spendere tanto in vestiti, Colore di capelli ed accessori che indossati da un’altra persona sarebbero strepitosi ma su di noi hanno poco o addirittura contrario effetto.

Metterlo in pratica non è così facile, quindi nel caso si voglia migliorare il proprio aspetto è meglio non rivolgersi al cugggino per avere una consulenza gratis, ma cercare un professionista che ci faccia sentire a nostro agio. Come nel caso del dentista, del ginecologo o del parrucchiere è meglio spendere una volta per tutte piuttosto che spendere a caso ed a sproposito.

The World of Women 1925


Palettes Cromatiche per le Quattro Stagioni.


La favola di Jennifer Aniston, alias una che sta sempre da favola

C’era una volta la Rachel di #friends, la fidanzata d’America, il prototipo della ragazza della porta accanto, il metro su cui misuri tutte le altre (anche se confesso che la mia preferita era ed è tuttora Monica).

E cosa ha reso la nostra celebrity agli albori iconica?

Capelli e pelle. Pelle e capelli.

Il famoso Taglio alla Rachel.


Jennifer ha più volte confessato di detestare quel taglio di capelli, ideato dal suo hair stylist di fiducia, Chris McMillan, da cui però, il caso vuole, non si separerà mai più.

Il Taglio Rachel è un taglio shag (letteralmente : arruffato), molto scalato e voluminoso, che poi Jennifer ha lasciato scomparire a poco a poco con la crescita dei capelli.

Ma i tagli successivi sempre ad opera di McMillan sono altrettanto azzeccati: nel 2009, Jennifer paga 50.000 $ per averlo alla prima londinese di Io&Marley ed a ragione perché il suo taglio, semplicissimo e biondissimo, divenne il più copiato del momento.

Taglio Bob Asimmetrico


La seconda arma vincente della nostra Jennifer è la pelle: radiosa, curata e che io ammiro molto. Da anni è Ambassador Avenoo, per cui è chiaro che si affidi ai suoi prodotti per la cura di Viso e Corpo, cui unisce una beauty routine molto seria di ispirazione coreana, con doppia pulizia ed idratazione, e l’opera di una facialist ( ossia una professionista del massaggio facciale).

Scommetto che anche voi paghereste per avere quegli zigomi 😃.

In conclusione, Jennifer con la sua grazia californiana, i suoi capelli curati e ben tagliati, una pelle radiosa e super glow, conserva il dono di incantare il mondo da lungo tempo e, da brava perennial (donna senza età, nonostante l’età anagrafica) è sempre la fidanzatina d’America che vive alla porta accanto.

Biondo e blu di occhi e stampa del vestito fanno da specchio gli uni agli altri.

Quattro idee chic per indossare i pantaloni cargo

I pantaloni cargo sono un capo essenziale per la P/E 2020.

Le fashion victim lo hanno preso in prestito dal guardaroba militare e portato direttamente al centro dello street Style.

Di seguito quattro spunti per risultare chic ed eleganti pur indossando i comodissimi pantaloni cargo.

Pantaloni militari con girocollo


Un girocollo in colore un colore neutro (nero-bianco-beige) e un paio di flat shoes lo rendono un look papabile anche per l’ufficio.

Adoro l’abbinamento con il trench ed il tacco (sempre in colore neutro).

Pantaloni cargo come jeans skinny.


L’outfit più sexy con crop top e blazer. La luna consiglia: scegliere un modello di pantaloni cargo a vita alta, in modo da mostrare solo una striscia di pancia. Altrimenti scadiamo in stile.

Pantaloni militari e crop top


Come sempre la camicia bianca rende accettabile e conferisce un’aria di classicità a qualunque look. Mixare capi audaci con classici è una strada molto affascinante per trovare un’immagine di noi fresca e leggera.

Camicia bianca con décolletés in tinta per conferire eleganza.


Camicia bianca con calzatura flat e pantaloni cargo indossati come jeans skinny.


Ilary Blasi: evoluzione di una stella

Ilary Blasi comincia come letterina a Passaparola per poi costruire una professionalità e diventare una delle professioniste più apprezzate della TV.

Al principio il suo look è da self-made, fresco e sbarazzino, in linea con la sua giovane età. I capelli sono biondo scuro e le forme bambinesche e morbide.

Andando avanti nella sua vita e nella sua carriera, Ilary acquisisce sicurezza e un’immagine più caratterizzata da mises audaci e che mettono in risalto i suoi punti di forza: pancia super piatta e viso angelico.

Ilary al Festivalbar: questo modello di pantaloni anni ’90 è stato bene solo a lei!


I capelli si schiariscono e si accorciano

Per perdere l’aria tipicamente romana, di ragazza formosa ed iper appariscente, opta per un taglio carré sfilato e schiarisce di molto i capelli.

Da notare come sa sapientemente sminuire i suoi punti deboli (se così si può dire), vestendo longuettes sotto il ginocchio che la slanciano, grazie anche alle scarpe col tacco nella stessa tinta che abbina.

Il monocromatico dà sempre un aspetto di classe.

Nell’edizione 2013 delle Iene azzarda, invece,mix di colori e textures che qualche volta sono poco apprezzate.

Mentre al #gf2016, presenta sempre biondissima ed elegantissima in black and white.

Taglio e colore di capelli molto azzeccati.


Come sempre, Ilary è una di noi: qualche volta perfetta ed altre meno, ma con il suo viso da bambola ingentilisce anche l’outfit più triste, cosa che non a tutti riesce.

Ilary sempre ironica e spontanea.

Paris Style

Le donne francesi hanno una allure particolare che ben definisce il loro stile, un mix di minimal chic e bon ton.
Parigi è la mia patria putativa ed amo seguire questa tendenza che è una filosofia vera e propria, un modo di essere con le sue regole.

Fondamentale però è che questa scelta abbia basi solide e che ci valorizzi, ovviamente.

La prima lezione dello stile parigino nella moda infatti è quella di prendersi cura della propria persona.


LEZIONI DI STILE PARIGINO


1-Profumo: tocco imprescindibile per le donne francesi.


2- Capelli:

Sempre curate, dal taglio semplice ma perfetto e senza ricrescita. Molto apprezzato il look con i capelli raccolti.

Code alte, top knot (chignon molto alto) e nella versione spettinata gli hairdo (capelli raccolti allungati con le extension). In realtà una delle caratteristiche principali dello stile francese è quello di sembrare naturale.


3- Le mani:

Le righe sono uno dei punti saldi dello stile parigino.

Le estremità devono essere sempre curate, vale di più che spendere un capitale in accessori.


4- Tono di voce:

Sempre basso e pacato, come vorrebbe la buona educazione. Oltretutto risulta anche più sensuale.


5- Le cose belle, gli oggetti di valore che si possiedono vanno sfoggiati e non tenuti sotto teca a prendere polvere. Bisogna usare il meglio di ciò che si ha ogni giorno per se stesse, magari mixato con capi low cost.

Combinazioni di bianco, blu e Toni neutri.


6- Less is more:

Badare alla qualità , più che alla quantità: meglio pochi accessori e ben fatti che tanti e di cattivo gusto. Per avere una allure parigina bisogna investire su accessori di Alta Moda, pochi must-have ma imprescindibili.

Negli outfits da giorno le ragazze indossano ballerine, stivaletti o stivali alti. Per la sera o per eventi più formali, invece, via libera ad outifits dai tacchi discreti.
Il fascino delle ragazze di Parigi è un fascino discreto: le donne sono sempre piuttosto coperte, non indossano mai abiti succinti.

♥️ Nella prossima vita vorrei essere francese.

Per quanto riguarda le tonalità, le parigine in inverno scelgono colori scuri o neutri, mentre con il sole optano per colori pastello e bianco.

Occhiali scuri: un altro punto focale dello stile parigino.

Come dico sempre, Madre Natura potrà essere stata più generosa con qualcuno, ma

essere chic si impara.