Si saldi chi può!

Pronti, partenza: VIA!

I saldi sono cominciati ed è il momento giusto per arricchire il guardaroba senza impoverire il portafoglio 😎!

Cosa conviene comprare per evitare lacrime di coccodrillo post danno?

Prima di immergermi nella frenesia a zero testosterone dei saldi, preferisco fare il punto analizzando quali capi fondamentali ( i cosiddetti must-have) mi mancano o sono da sostituire.

E qui arriviamo al nodo della questione:

Quali sono i pezzi immancabili in un guardaroba?

In pole position:

La miglior difesa è l’attacco:

Prendiamo spunto dalle Nuove Collezioni che fanno già bella mostra di sè nei negozi per aggiudicarsi pezzi utilizzabili anche nella stagione a venire. I colori fondamentali saranno: il rosa, l’optical (bianco e nero), mille sfumature di marrone, i #pois di tutte le misure, lo stile Côte d’ Azur ( alla Brigitte Bardot per intenderci), assieme allo stile Coco prima maniera ( righe, camicia bianca o celeste, trench ai limiti del bianco, foulard bianco o blu).

Quindi, potremmo acquistare capi spalla sempre validi:

Il cappotto cammello.

Cappotto cammello: un evergreen.
Varie Ispirazioni per IL cappotto.

Il teddy bear. Qui abbiamo pareri discordi: a mio avviso è come l’Opera, o lo ami o lo odi. Sicuramente è un cappotto caldo e coccoloso, per il mio gusto personale un po’ adolescenziale.

Teddy Bear: e sei come un orsacchiotto chic!
Teddy Bear ma cammello!

Un’ecopelliccia di qualità.

Eco&Chic
Ecopelliccia Rosa Cipria.

Uno smoking da donna: sempre attuale e di sicuro effetto glamour.

Cara Delavigne qualcosetta la sa.
Chic Megan.

Altro acquisto a colpo sicuro: un capo in pelle colorata. Da non perdere!

Abito in pelle.

Abito strutturato in pelle con ampia gonna.
Pelle celestiale 😇

E voi? Siete d’accordo o vorreste modificare questa LISTA?

la miglior difesa è l’attacco

Mille di questi anni!

Da neomamma Ter quarantenne+, ci penso autonomamente a sentirmi vecchia ma, semmai avessi un attimo di distrazione, amici, parenti e conoscenti si incaricano di ricordarmelo 😃.

Sarà per questo motivo che mi ha particolarmente colpito l’etichetta di donne millennials di un gruppo di donne boss di #hollywood, delle donne talmente curate, forti e potenti che non ha senso applicare loro il concetto di età. Ebbene mi è suonato un concetto così rivoluzionario che delle donne che lavorano anche con il proprio aspetto siano libere di sentirsi “eterne”, millennials appunto, che è stata una scoperta che mi ha migliorato la giornata.

Da sempre una donna deve fare i conti con il tempo:

che sia quello del primo ciclo, quello mensile, la tinta da fare ogni determinate settimane, l’orologio biologico, l’appuntamento cadenzato al centro estetico, la menopausa,

fin da subito il tempo è a volte alleato più spesso avversario. Ebbene alcune tra noi lo hanno sconfitto.

E chi sono queste eroine millennials?

#juliaroberts, #reesewhiterspoon, #gwinethpaltrow, #jenniferaniston, #nicolekidman, in prima fila, seguite da molte altre, basti ricordare le super modelle anni ’90 apparse a celebrare @versace in passerella che hanno fatto la loro porc@ figura in mezzo alle ventenni.

Lasciarmi ispirare da cotanti modelli di forza, bellezza e femminilità, è stato entusiasmante. Perché anche io, nel mio piccolo, cerco di sdoganare pregiudizi e luoghi comuni e non mi sento certo di meno di altr* solo in relazione all’età.

Anfibi: la tendenza 2018

ÒSono tornati gli Anfibi anni Novanta! Era una tendenza che si preannunciava già nell’aria da qualche tempo ed ora è una certezza: la prossima stagione li vedrà protagonisti in interpretazioni insolite ed innovative, non solo nella accezione grunge passata.

Le celebs, da #chiaraferragni a #kaiagerber, nei loro outfit in versione #streetstyle forniscono molti spunti per indossarli. Come possiamo vedere nella galleria sotto.

Anfibi che si prestano a mille interpretazioni, da mettere anche con il pigiama.

Se volete acquistare il modello per eccellenza scegliete le #drmartens, il cui prezzo varia dai 75,00 ai 100,00 euro, ma ci sono anche versioni più economiche. Io ho rovistato in cantina alla ricerca dei miei acquistati per ben 190.000 £ a ridosso degli anni Duemila ma devo averli buttati via 😓… una tragedia: ho gettato un pezzo intramontabile ⛔️.

Per chi è ancora scettico, gli Anfibi sono:

fashion: sono un accessorio di tendenza e, quindi, abbinabile con altri accessori alla moda. Tipo chiodo di pelle o meglio cappottino con maniche a 3/4.

grunge: se e solo se il trasandato è finto! Via libera a minigonne in pelle, jeans strappati e borchie in ogni dove.

professionale: se l’ambiente lavorativo permette di essere poco formali, gli Anfibi saranno sicuramente una scelta più grintosa rispetto a ballerine e mocassini, oltre ad essere particolarmente utili in caso di condizioni meteo avverse.

romantici: con abiti in tessuti leggeri e decori aggraziati ( dal microfloreale in poi) e pettinature bucoliche e finto naturali, giochiamo sul contrasto e vinciamo sempre 😊.

sexy: se il risultato che vogliamo ottenere è un femminile più spinto gli abiti da abbinare agli Anfibi diverranno più fascianti e gli accessori di pelle o metallo pesante. Di gran gusto la riproposizione con blazer lungo o giacca di pelle.

con la gonna lunga o corta: da tenere bene in mente il fattore collants che, se presenti con la gonna corta, con quella lunga devono sparire!

E voi? Che aspettate a rispolverare i vecchi Anfibi o a comprarne di nuovi?

Pulp Revolution 🖤


Questo film del 1994 ha reso popolare al grande pubblico il genere Pulp, di cui il regista Quentin Tarantino è divenuto sinonimo in tutto e per tutto, identificandosi con il genere.

La costumista di Pulp Fiction,  Betsy Heimann, ha scelto di vestirne gli attori principali con una divisa divenuta iconica: completo giacca e pantalone nero di taglio maschile e sartoriale (abbiamo l’impressione che gli abiti siano cuciti addosso ai personaggi), un concept, ossia un’idea, che era stato utilizzato già nelle Iene sempre di Mr Tarantino ma che in Pulp Fiction si impone ben al di fuori delle due ore di durata della proiezione, invadendo le passerelle ed ispirando gli stilisti.

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Uma Thurman, all’inizio della sua carriera, con la camicia bianca ( di cui abbiamo abbondantemente scritto qui Capi essenziali),  il pantalone a sigaretta, unghie dark e rossetto rosso, con un caschetto con frangia impeccabile diviene un’icona che mondo della moda e del cinema si contendono.

 

Le mie frasi preferite tratte dai dialoghi del film sono:

 

– Hai vinto un mappamondo.

– Sono il Signor Wof. Risolvo i problemi.

– I giorni in cui dimentico sono finiti, stanno per arrivare i giorni in cui ricordo.

Lo spunto, sempre attuale, che traggo da Pulp Fiction è che un completo nero maschile spesso è la soluzione più comoda e sexy che possiamo avere. E se vogliamo anche conveniente.

Piuttosto che proporci in assurdi vestitini alla #belen, che stanno bene solo a lei, con uno stile Pulp stupiremo in senso positivo, staccandoci dal gregge.

Sneakers Obsession

Abbinamenti ed ispirazioni differenti per sentirsi sempre in ordine e bella anche con le sneakers ai piedi 😊.

Io devo fare di necessità virtù, poiché, dato il pancione i tacchi mi sono ostici.

Comodità non vuol dire essere sciatt*.

Le sneakers si adattano sia a look casual che a gonne e vestiti. Ed a mio avviso, sono da preferire alla Ciabatta Everywhere che vedo ovunque, anche in luoghi in cui sarebbe preferibile di no.

Se finora il mercato era stato dominato dalle #adidas, ora possiamo scegliere anche tra altre marche, spaziando da #superga a #vans, che si presenta con una nuova collezione contaminata Van Gogh.

Giochiamo a mescolare!

 

L’abito fa il monaco

å¢In questi giorni la prematura scomparsa di #sergiomarchione, l’Amministratore Delegato di FCA, mi ha fatto riflettere sulla sua scelta di vestirsi sempre nello stesso modo: pullover nero, da cui spuntava il colletto della camicia di preferenza a righe,  e jeans. Un look che tutti riconoscevano come suo.

Look che vuol dire: flessibilità.

Ma perché una persona che poteva permettersi di comprare tutto ha scelto di vestirsi sempre uguale?

Semplice: per distinguersi dalla massa. Questa sorta di divisa diventa un marchio immediatamente riconoscibile e, come abbiamo sentito e letto ovunque in questi giorni, Sergio Marchionne era una testa pensante di quelle toste, al di là dei giudizi di valore sul suo operato.

Ed il modo in cui il resto del mondo ci percepisce ha un enorme ripercussione sul nostro successo personale e professionale. Questa è la verità di partenza.

Avere un marchio di fabbrica, una propria immagine rende unici e vale per chiunque, non solo per i grandi leaders o managers o vips.

La storia insegna:

– Coco Chanel si vestiva sempre con la sua petite robe noir ed un filo di perle. 

– Steve Jobs si era fatto fare dallo stilista giapponese Issey Miyake una volta per tutte il quantitativo di lupetti neri che gli sarebbe occorso per il resto della sua vita.

Marck Zuckerberg ha in guardaroba di felpe e t-shirts in tutte le sfumature di grigio, altro che cinquanta, e jeans.

Tutti questi personaggi ricchi e prestigiosi e molto intelligenti mostrano una nuova ed in realtà sempre presente scelta: un modo di vestire quasi monastico, monocromatico ed internazionale.

Riflettendo su Marchionne, ho concluso che l’abito fa il monaco. E fa anche Coco, Jobs, Zuckerberg, Giorgio Armani ( con la sua t-shirt ed il suo pantalone tono su tono, dove il tono è o di blu o di nero), Albert Einstein ( il suo armadio era fatto di vestiti tutti identici) e tanti altri.

Cosa otteniamo creando uno stile nostro e seriale, una divisa nostra?

1. Siamo subito riconosciuti.

2. L’attenzione degli altri si concentra sulla nostra identità. Poiché l’outfit sarà sempre quello e tutti lo sanno.

Quali sono i capi che ci caratterizzano? Immancabilmente saranno quelli che ci fanno stare bene, che ci provocano sensazioni di agio e benessere.

Io ho cominciato a pensarci anche per una esigenza mia di purezza ed essenzialità.

Vorrei arrivare ad individuare una serie di capi che mi definiscono, da usare come base di stile, perché sento che il troppo storpia cosa comunichiamo all’esterno di noi, la nostra essenza.

 

 

Pretty Woman mi ha devastata 💰👄

OPretty Woman, film del 1990, rappresenta la favola contemporanea della ragazza povera, bella e zoccola salvata dal mix potere unito a bellezza e shackerato con i soldi.

Le sue basi concettuali mi fanno orrore: la natura, lei, e la cultura, lui, che si salvano reciprocamente ed a turno.

Lui la porta una volta all’opera ed apprende l’eleganza. Lei ha un due scleri e insegna a lui l’empatia.

Sei in ritardo.
Sei bellissima.
Non sei più in ritardo.

Come detto, il concetto mi fa orrore. Eppure è il mio film preferito, ogni volta che lo replicano io resto lì, incollata allo schermo, ipnotizzata dalla favola fino alla fine. Ogni volta che lei a letto lo bacia in bocca per la prima volta io piango e non smetto, piango fino alla fine.

Ti Amo.

Ma perché amo #prettywoman mio malgrado, sempre, in tutte le stagioni della vita, e comunque?

L’ho visto almeno in tre lingue, di cui due non originali. La più bella con amici, davanti ad uno schermo da cinema a Parigi, distesi su un plaid con il cielo della Ville Lumière a fare da sfondo. Conosco tutte le battute a memoria.

Eppure e lo so, come so di essere io, continuerò a guardarlo nei secoli dei secoli, anche in punto di morte.

Di recente ho scoperto che #asos, in collaborazione con il marchio originale #hunzag, vende on line l’abito iniziale, quello da mignotta per intenderci, nella sua versione iniziale: top bianco unito a mini in tessuto sintetico da un anello dorato; ma in tre varianti di colore: nero, rosso e blu navy (quello del film).

Party Fragole e Champagne

 

Dammi solo un nome, solo uno, di una che ce l’ha fatta.
Vuoi un nome? Tu vuoi un nome! … eccomi, ecco il tuo fottutissimo nome: quella gran culo di Cenerentola!

L’ abito è in vendita solo per le clienti britanniche del sito ed attualmente ( ho appena controllato) è nuovamente sold-out e come potrebbe essere altrimenti per un outfit che è entrato nella Storia del Cinema al pari del vestito bianco con allacciatura americana e svolazzante di Marylin?

Chissà magari in un imprecisato tempo after Panza sarà mio.

Se non posso avere la favola, ne vorrei almeno le sembianze 😜.

Come vestirsi anni ’20🖤

Uno stile vintage anni ’20 regala immediatamente un aspetto intrigante e di forte personalità.

Gli anni ’20 sono stati un’epoca frizzante e prolifica dal punto di vista della moda, non a caso restano tra i preferiti della fashion victims e degli stilisti. È l’epoca che ha visto nascere l’astro #chanel con il suo look marinaro e le perle lunghissime. Le donne adottano tagli di capelli corti e dalle onde morbide da fare anche a casa con le mitiche forcine a beccuccio Per ricreare l’acconciatura, clicca qui, fondamentale arricchire i capelli  di accessori, piume, paillettes, fasce e mollette esuberanti. Gli abiti sono quelli stile charleston, il ballo che detta legge,  a sottoveste e con il punto vita abbassato in modo che le donne possano muoversi sinuose, i cappelli sono à cloche, minimal, il make il prevede pelle perfetta, bocca a cuore con rossetto rosso ed occhi in primo piano, evidenziati da mascara e matita in abbondanza.

E allora cosa aspettiamo a stupire tutti in una calda sera d’estate? Let’s go!