Gli addii sono difficili, che siano voluti o meno, e, una volta finite le schermaglie della rottura, subentra spesso la necessità di pulire la vita è la casa dalle testimonianze concrete della precedente vita insieme. Da un giorno all’altro, una cucina che aveva ospitato pranzi allegri si trasforma in un luogo da evitare . Le cose che avevano rappresentato la vita comune devono essere tolti da davanti agli occhi. In questa fase di dolore acuto gli oggetti la fanno da padrone, anche perché là persone è uscita di scena. La scelta tra cosa tenere e cosa buttare è, a mio avviso, liberatoria.
Invece c’è chi sceglie di salvare tutto questo. Un museo.
Il Museo delle Relazioni Interrotte si trova a Zagabria ed è stato aperto nel 2006 da due ex innamorati, la produttrice cinematografica Olinka Vištica e lo scultore Dražen Grubišić, che hanno deciso di fermare in uno spazio aperto a tutti la fine della loro storia. Nel tempo è stato riempito da altre persone che hanno portato ognuna il proprio oggetto, accompagnato dalla sua storia.
Troviamo un vestito da sposa, messo dentro un barattolo di sottaceti: dopo sette anni di matrimonio, la donna ha visto andare via il marito senza neanche una scusa; c’è un vasetto di cetriolini, lo aveva acquistato una ragazza per il suo fidanzato, inghiottito da una voragine spazio-temporale, scomparso dalla sua vita.
Leggiamo di una protesi, donata da un uomo con la seguente motivazione: “la mia gamba artificiale è durata più del nostro amore. Materiale migliore”, si era innamorato della sua terapista.
Poi un’ascia, usata per fare a pezzi i mobili di casa da una donna, dopo aver scoperto i tradimenti del marito, accompagnata da una nota: Più la stanza era piena di mobili in frantumi, più mi sentivo meglio”.
Un tubetto di dentifricio mai finito.
Una bambola di Peter Pan, appartenuta ad un uomo cui ricordava la sua parte infantile e che scrive “ora quel bambino non esiste più”.
Un modo chic e diverso di rapportarsi al proprio dolore, esporlo in maniera dignitosa e con poche righe, invece della messa in piazza sui social, vecchi e nuovi, dal bar a Facebook, raccontando ognuno la propria versione parziale. Il Museo delle Relazioni Interrotte è una specie di cicatrizzante della ferita, che la cristallizza.
Il museo delle Relazioni finite è un modo dignitoso di dare per l’ultima volta un senso a quello che abbiamo fatto per un po’ anche illudendoci, anche sbagliandoci, dando retta ad un muscolo volubile e autoritario, ♥️, a cui non si comanda.
E voi? Cosa portereste in questo Museo di Zagabria?