Mai abbassare la testa, cade la corona.

Avete mai notato come una donna forte deve esserlo sempre? Le attenuanti scompaiono: o bianco o nero; o forte o debole. Nessuno si preoccupa per te, tanto sei forte, nessuno pensa di essere tenuto a farlo. 

Eppure, cosa vi devo dire? Evidentemente noi, che siamo stati un po’ sfigati per quanto riguarda le condizioni di vita di partenza, siamo stati graziati quanto a talenti e la resilienza ce l’abbiamo tatuata : in testa, sul viso e sul corpo.

 

Io ringrazierò per sempre i miei compagni di classe del liceo “bene” della mia città: tanto solerti nel copiare i miei compiti a scuola quanto sprezzanti nell’evitarmi fuori da scuola. Grazie perché mi avete insegnato che io mi basto da sola e che i libri sono amici reali.

Grazie 🙏🏼 di cuore alla professoressa di Matematica dello stesso liceo che si è sentita in obbligo di mettere i puntini sulle i, fermandomi per strada in una splendida mattina d’estate dopo la maturità, comunicandomi che il mio voto finale era stato concesso solo per evitare alla famiglia di pagare le tasse universitarie, data la nostra difficile situazione economica e che il compito di matematica lo avevo fatto male (cosa che sapevo già da sola) e questo dopo cinque anni di studio assiduo e con risultati brillanti nelle sue materie. Spero che sia fiera della sensibilità dimostrata e della sua carriera. Grazie perché mi ha insegnato che anche una mente brillante può rivelarsi meschina.

Per quanto mi riguarda, mentre questi fatti accadevano il mio codice di sopravvivenza mi imponeva di andare avanti tutta, perché io ero forte e questo doveva bastare.

In seguito ho cambiato città per andare a studiare in un’università all’altro capo dell’Italia e sono rinata. Unico rimpianto: l’aver lasciato mio fratello in quella palude ma l’istinto di sopravvivenza fu più forte. Ho iniziato a dare e superare brillantemente gli esami e a notare che gli altri ragazzi, pur con situazioni familiari ed economiche tranquille e non antipatiche come la mia, non facevano altrettanto. Per cui qualcosa di buono dovevo saperla fare pure io. Ho iniziato ad avere amici, e uno sopra a tutti, ed una vita sociale appagante. Di conseguenza, mi è venuto il dubbio di essere una compagnia quantomeno accettabile.

Sono diventata una roccia: quella era la vita che volevo ed era solo mia.

Poi ho perso una persona a me estremamente cara e lì qualche segno di smottamento c’è stato.

Mi sono laureata con 110 in Scienze Internazionali ed ho cominciato a lavorare come segretaria factotum in un posto aberrante e senza rispetto per nessuno. Ho pianto per le vessazioni e l’umiliazione, ma poco, perché io sono forte.

Ho aperto i rubinetti delle lacrime quando è finita con il mio ex compagno, dopo due bambini e un mutuo. Sono rimasta da sola e 💥…

sono diventata fortissima.

Sono diventata la boa dei miei figli in mezzo al mare delle mie lacrime. Ho imbarcato acqua eppure mi sono salvata.

Se ci penso adesso mi sale un’ondata di sdegno: ma come si fa a lasciare una figlia, una sorella, una ex nuora e un’amica da sola con due bambini di età compresa tra i 7 e i 18 mesi da sola in balia di una vita da cestinare? Eppure, nessuno si è fatto avanti anche solo per una telefonata di conforto, perché io sono forte ed ai tempi per me era normalissimo così.

In quel periodo piangevo da sola, in bagno, in cucina, sul divano, appena possibile:

ho pianto tutte le mie lacrime e recuperato gli arretrati di una vita. 

Dapprincipio piangevo perché ero triste poi piangevo di rabbia e mi dicevo: sei stata una stupida e ti sei fatta trattare come tale! Come hai potuto permettere loro di distruggerti in questo modo?   E più mi detestavo per aver dato tanto potere a gente così dappoco e più le lacrime scendevano.

Adesso piango per tutto: per una canzone, un film, quando scrivo un post.

Piangere pulisce dentro.

Quando mi dicono che sono forte adesso so rispondere che non è vero, che sono vulnerabile, soprattutto in alcuni punti.

E proprio per questo mi sento invincibile.

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