Jane Fonda: un camaleonte iconico

Jane Fonda è sempre stata un’icona di stile: dallo stile di Barbarella agli attuali completi Balmain.

Una donna camaleontica che passa con disinvoltura dall’essere un’attivista politica ad una delle guru dell’aerobica senza perdere nulla del suo fascino naturale.

Guru del Fitness


Ragazza della porta accanto con un’aria molto parigina
Lady sofisticata

#janefonda non ha mai avuto paura di giocare e sperimentare con la propria immagine.

Nei primi Anni ‘60 è la perfetta American Girl in jeans e maglietta, ma basta un film con il regista francese Roger Vadim, che poi sposerà e da cui avrà la figlia Vanessa, per trasformarla in una star da croisette.

Una delle epifanie di capelli di Jane: dalla chioma lunga e bionda allo shag alla Keith Richards.

Negli Anni ‘70 abbraccia l’attivismo politico e negli anni ‘80 la cultura del corpo sano e tonico, sulla base del motto di Thomas Jefferson, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti: “La rivoluzione comincia dai muscoli”, alias:

Il cambiamento comincia da un’azione che coinvolge il proprio corpo.

Tutte queste vite coesistono in lei, l’una comprende l’altra come una Matrioska di stili e personalità.

Stile Francia à pois.
Cammello e nero: abbinamento perfetto.
Una splendida signora sul red carpet.

Lis Furlanis

Questo weekend abbiamo trascorso una piacevole mattinata visitando il back-stage dell’artigianato della moda italiana, grazie a #apritimoda, ovviamente nel pieno rispetto delle norme anti covid.

Siamo andati a Gonars, a casa di Lis Furlanis. Cristina e Massimo ci hanno accolto nella loro casa e nel meraviglioso mondo degli #scarpez friulani.

Facendo il giro del capannone con Cristina, la mente creativa di Lis Furlanis, che cura abbinamenti e tessuti, si percepisce di entrare in contatto con una persona che ha fatto del fare bene e del fare bello la propria filosofia pratica di vita.

Tante e prestigiose le collaborazioni con realtà vicine e lontane dell’arredamento (Arredamenti Moroso, Les-Ottomans), collaborazioni bidirezionali spesso in cui i materiali di scarto di queste aziende diventano scarpe che arricchiscono l’offerta di quelle stesse realtà produttive, e con privati da ogni parte del globo terraqueo, dalla California al Giappone.

Lis Furlanis: come si cuce la tomaia.

La storia di Cristina e Massimo, ideatori di Lis Furlanis, è semplice e di ispirazione:

senza risorse in seguito alla crisi del sistema manifatturiero del Basso Friuli, devono inventarsi un modo per sopravvivere e venir fuori da un momento buio senza soldi e prospettive.


La soluzione non è sotto il loro naso… ma sotto i loro piedi 😃.

Sono gli #scarpez della tradizione friulana, quella delle loro nonne e della loro terra.

Cit. Massimo

Una calzatura di nicchia e di élite, richiesta dal mercato ma che nessuno produceva. Lis Furlanis colgono al volo questa opportunità ed imparano l’arte dalle donne anziane del paese, dopodiché rielaborano il passato nell’ottica attualissima del riciclo, del riuso ecologicamente corretto e danno vita a calzature che sono pezzi unici nati dal design popolare e tornati al futuro.

Lis Furlanis: pezzi unici.

Lis Furlanis è la storia di un’intuizione vincente che nasce a Gonars e diventa globale.

I tessuti che facevano bella mostra di sé in attesa di diventare #scarpez provengono da ogni angolo del mondo e ognuno testimonia la sua storia: tessuti provenzali inaspettatamente vivaci e brillanti, tessuti africani in filati di Fiandra, fibre tessili acquistate nelle vie giapponesi riservare ai mercanti di stoffe.

Un mondo di stoffe.

Ascoltare e soprattutto toccare con mano il dietro le quinte di una realtà imprenditoriale ed artigianale di successo con un’anima allo stesso tempo antica e nuova è stato di grande ispirazione.

Lis Furlanis: il mondo ai tuoi piedi.

La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato.

Albert Einstein

Sarei stata lì per sempre ad ascoltare aneddoti e chicche di filosofia pratica friulana, tanta bellezza e tanti insegnamenti.

La visita guidata è stata necessariamente breve, per dare modo ai vari gruppetti di persone di accedere, ma rivelatrice che percorrere nuove strade è possibile, sulle nostre gambe e secondo valori di rispetto ed amore per il lavoro che dà dignità senza toglierla.

Settembre profuma di nuovo 📘📚

Amo Settembre, un po’ come Maggio. Due mesi dolci e profumati.

Settembre, in particolare, profuma di cancelleria.

Quella nuova, comprata per un nuovo inizio, dei colori e dei profumi preferiti. Delle pagine intatte, tutte da vivere, delle copertine color pastello.

Settembre è il mese in cui si cresce di più, in cui raccogliamo i frutti di un’estate rovente ed appassionata.

Settembre è un regalo grande.
Settembre è una canzone di Tiziano Ferro, anche se lo so solo io.

A Settembre si torna a scuola con gli amici ritrovati ed i nemici che lo saranno sempre meno e chi ti accompagna che si gusta l’entrata, sapendo che ogni anno potrebbe essere l’ultimo in cui vorrai che resti lì.

La mia ossessione.

Io ormai lascio la Adolescente Figlia N. 1 a tre isolati di distanza dalla scuola; non sia mai scoprano che non è orfana.


Questo mese è il primo giorno di asilo di baby n. 3, che però è ancora dentro il cerchio delle mie braccia.

Settembre è il banco di prova delle coppie estive.
Settembre è il mare solitario.

Settembre è quando indossi abiti autunnali e sei abbronzato come d’estate.

Settembre è quando puoi leggere di nuovo al sole senza raggiungere punti di fusione dell’epidermide.

Questo mese è un varco spazio temporale tra chi siamo stati e chi progettiamo di essere, anche se falliamo, poco importa, è stato bello provarci.

A Settembre si torna alla routine che amo, senza afa, senza sudore, con il respiro fresco e calmo.


Settembre è una coppia vista da dietro, lei a piedi e lui in bicicletta, che camminano davanti ad una scuola e che passeggiano noncuranti con la loro bici sopra il punto esatto, contraddistinto nella tua mappa mentale con una croce rossa, in cui sei diventato adulto.

Lavoro dell’artista turco Aycut Aydogdu.

Melania Trump: il Dress power 💪🏼

Melania è, per ovvie ragioni, tra le persone più fotografate al mondo. Con le sue mises fa concorrenza a Jackie per quanto è armoniosa ed impeccabile.

Peccato che l’espressività del viso non lasci spesso alcun beneficio del dubbio: la sua mimica facciale non delude mai, né nel bene né nel male.

L’apparizione a sostegno della seconda candidatura di #donaldtrump in verde militare denota che, oltre ad essere poco diplomatica quanto a linguaggio del corpo, Melania scopiazza idee e look dalle star.
Il tailleur in questione di #alexandermcqueen era già stato visto e notato indosso a #kaiagerber, seppur in una versione più fresca e meno Armata Rossa.

Melania in verde militare sembra un membro di una flotta aerea.

Il messaggio era chiaro e rivolto agli elettori di Trump, amanti di armi e divise. Votate LUI per continuare ad acquistare e detenere in casa armi con cui difendervi da presunti nemici.

Personalmente trovo Melania bellissima è una delle poche donne al mondo che può indossare tutto senza perdere la sua Fashion Allure e sicuramente sarà stata costretta dalla Ragion di Stato ad un simile outfit.

La preferisco in versione bon ton, come al Discorso di Inaugurazione della Presidenza:

Un abito celeste carta di zucchero che fa l’occhiolino alla First Lady Jacqueline Kennedy.

Sono sicura che Melania sia una donna estremamente intelligente e determinata come testimonia la biografia #melaniandme in uscita in settimana. Una persona che sa presenziare con un’immagine invidiabile, che parla varie lingue, dotata di buon gusto ed acume che alla domanda volta a metterla in difficoltà sulle infedeltà del marito, risponde:

Io so chi ho sposato.

Quante persone conoscete che possono dire altrettanto?

Nascere del sesso sbagliato.


Poniamo il caso concreto:

di una ragazza, una donna, nata per puro caso in una famiglia ricca, diciamo molto ricca, che decide di viaggiare, studiare, farsi i rasta, diventare secondo ufficiale sulla nave Ocean Diamond, parlare 4 lingue oltre la mia, guidare la nave di una ONG e salvare dei disperati da morte certa.
Non va bene.


Sono una donna, molto bella, mi piace il calcio, conduco fior fiore di trasmissioni sportive con grazia e competenza di chi ha studiato dizione, portamento, comunicazione e divento una presentatrice bella, ricca e spigliata. Conosco uno nel mio ambiente, anche lui alla fine di un matrimonio e passo alla storia come La Rovina Famiglie.
Così non si fa.

Sono una donna normale, non particolarmente avvenente, la mia famiglia è modesta per cui la mia istruzione si limita alle medie inferiori e vado a lavorare nei campi, divento una sindacalista a 15 anni, faccio carriera nell’ambito del Sindacato Braccianti, dove lavoro e lotto per una vita per i diritti degli ultimi, entro in politica, divento prima deputato e poi Ministro dell’Agricoltura e promuovo una legge che aiuti i braccianti agricoli, quello che un tempo ero io. Vengo criticata per i miei outfits.
Neanche così si fa.


Sono una giovane donna bionda, provengo da una famiglia benestante, una famiglia a maggioranza femminile, mia madre se ne è andata dalla casa paterna a causa della sua ambizione e non vi ha mai fatto ritorno, amo la moda e la bella vita, mi piace immortalare i miei look con foto e video, creo un blog con l’allora mio fidanzato, il blog ha un seguito mondiale, vengo invitata alle sfilate di moda a Parigi a 23 anni, adesso il mio account Instagram è seguito da milioni di persone, ho due società e collaboro con altre decine, il mio modo di fare marketing si studia ad Harvard, ho un patrimonio netto di 10 milioni di dollari, stipendio un considerevole numero di persone, ho un marito che sta a casa in quanto il suo lavoro rende meno del mio, un figlio, pure lui biondo con la doppia cittadinanza italiana ed americana ed una casa figa.
No, no e poi NO!


Sono una donna quasi anziana, una brillante giornalista, mi vesto consapevolmente senza attenzione, per adempiere alla funzione di coprirmi con t-shirt tutte uguali, nere o blu. Mi creo una divisa come Steve Jobs con i suoi maglioncini neri o il caro Marck, con le sue magliette grigie. Non ho tempo e voglia da dedicare a Trucco e parrucco. Ho una carriera invidiabile: ho raccontato la fine sovietica e l’inizio delle indipendenze balcaniche. Ero a Baghdad mentre veniva bombardata, negli Stati Uniti e adesso in Cina. Il mio tempo fuori dallo schermo è volto a dormire, sentire i miei cari dall’altra parte del mondo e documentarmi.
Non va bene. Faccio schifo. Mi prendono in giro al tg satirico italiano.

Il problema sono queste Donne o le altre Donne che danno loro addosso?

Le vestali di Big Little Lies 🤐

Vestali della figaggine della Upper Middle Class Made in USA, le cinque donne protagoniste di #biglittlelies hanno ognuna il proprio stile impeccabile

che riflette ciò che stanno vivendo.

Madeline

Madeline alias #reesewhiterspoon è la bellezza tipica californiana in formato mignon: veste in stile retrò con ampie gonne e cardigan d’altri tempi nei toni pastello che le si addicono. In crisi con il secondo marito più figo d’Oltreoceano, lo riconquista, dopo una serie di bugie non proprio piccole, indossando il suo vestito da sposa in modo discinto per cambio taglia e ballando spontaneamente: uno dei momenti più coinvolgenti della seconda stagione.

Bonnie

La yogi Bonnie punta tutto sull’ #oversize ingentilito solo a tratti con dettagli etno chic..

Forse la costumista della serie vuole suggerirci che ha qualcosa da nascondere?

Renata

Renata è una parvenue, si è guadagnata la rispettabilità che danno i soldi quelli veri, affrancandosi da un passato di povertà. Il marito, con tante e meschine bugie, perde tutto al gioco e la tradisce con la baby sitter dietro remunerazione. Renata è sul lastrico e reagisce con outfits tutti firmati con borse iconiche, che ostentano lusso ed opulenza, quello che non ha più.

Celeste

Celeste aka #nicolekidman, ha un look basic e di alta qualità, come il suo personaggio: mai eccessivo, neanche nelle condizioni peggiori. Quando meno te lo aspetti diventa audace e determinato, come in tribunale contro una magistrale Meryl Streep in un tailleur di alta sartoria.

Jane

Jane è una madre single dopo una violenza, quindi, comprensibilmente, ha un armadio di capi pratici che non vogliono apparire. Nell’ultima stagione, grazie ad un percorso di consapevolezza, adotta uno stile vintage di stampo californiano.

E tu? Chi ti assomiglia di più tra le Five Monterey Woman?

Tatuaggi: cosa significano?

Un tatuaggio è una pratica attraverso cui si modifica il proprio corpo ed è un simbolo per chi sceglie di farselo. È come un pezzo di noi sempre sotto i nostri occhi ed alla vista del mondo esterno: amori finiti o amori presenti, traguardi raggiunti , persone o animali con un’importanza tale da volerli per sempre sulla propria pelle, stralci di canzoni o versi, moniti, obiettivi, simboli di forza, coraggio, fertilità.

Che bel simbolo!

Il corpo diventa un quaderno degli appunti e l’artista che fa il tatuaggio riesce a dare forma ad un concetto che prima era solo nell’interiorità del tatuato.

Come è stato da sempre, il tatuaggio assolve a varie funzioni: abbellisce, comunica, sancisce la propria appartenenza ad un certo gruppo ed argina le nostre paure.


Lo sapevate che esiste una parte della psicologia che, in base all’analisi della zona tatuata e del tipo di tatuaggio si pone l’obiettivo di decifrare il mondo interiore di chi si fa tatuare?

Il tatuaggio è il posto segreto dove collocare quello che per noi è sacro.

Secondo la psicologia del tatuaggio, ad esempio, chi si tatua nella parte sinistra del corpo, che per la psicoanalisi rappresanta il passato, è tipico delle persone pessimiste e con bassa autostima. Posizionare il tatuaggio nella parte destra, al contrario, è tipico di un temperamento solare e concreto.

Un tatuaggio sulle braccia sta a significare uno step di maturazione della persona; il tronco concretezza e capacità decisionali; se vedete un disegno sulle gambe avete di fronte qualcuno di infantile. Se la parte tatuata è nascosta, la persona è insicura.

Ali di farfalla.

La caviglia è prediletta dalle donne sospettose e possessive ed anche affascinanti e dai maschi con spirito competitivo e combattivo.

Tatuarsi le parti intime, per concludere, se per le donne indica sensualità, per gli uomini vuol dire l’esatto contrario: passività e poco savoir-faire.

E voi di che tatuaggio siete?

Eravamo tre.

Si dice che gli Amici, quelli migliori, quelli veri, sono la Famiglia che ti scegli. Il modo con cui il Karma pareggia i conti con la costellazione familiare in cui sei nato e per cui ovviamente non ci sono margini di libero arbitrio. Nel caso della famiglia naturale, ti capita e te la tieni.

Nella famiglia che mi scelsi eravamo tre, una stella e due pianeti.

Io ero l’unica donna. L’unica stabile, perché di itineranti ce ne furono varie. In realtà, la distinzione di genere era estremamente labile ed arbitraria. Eravamo a nostro agio così.
Noi, quel Noi che non avevamo cercato ma che si era generato dal nulla, eravamo 3.

Tre, come i vertici di un triangolo a tratti scaleno, con i lati diversi uno dall’altro, a momenti equilatero, un triangolo fatto di fili di lana appartenenti al gomitolo della giovinezza, dal perimetro cangiante e con intrecci sempre nuovi.

Eravamo Tre.

Tre: due pianeti e una stella.

Al principio, almeno ai miei occhi, i pianeti non lo sapevano mica di girare intorno alla stella. Non che lo facessimo apposta, non sono cose che si possono decidere prima, che anzi se mi fosse concesso di tornare indietro, lo farei per scappare a questa forza di attrazione, per strappare i fili di quella che poi, troppo poi, si sarebbe rivelata tutta una bugia. Lo farei per essere diversa, per essere naturale, ma forse è una favola che tutti si raccontano questa del tornare indietro. Più probabilmente in un universo parallelo, le cose andrebbero proprio come sono andate. E ancora sarei colpevole di riservare alla stella quella indulgenza dannosa, a discapito di tutto e di tutti.

Stella nana, sono rimasta a lungo prigioniera delle forze attrattive e repulsive che così curiosamente governarono le nostre relazioni.


Pianeta di carisma e perfezionista, l’altro vertice del triangolo entrava spesso in rotta di collisione con la stella egocentrica. Quando c’era armonia era meraviglioso. Due soli solo per me. Li amavo entrambi. Di un amore fraterno e sensuale e possessivo. Alla pari.

Un acme, la cui discesa verso bugie, muri di silenzio ed incomprensioni, e confidenze fatte a uno ma non all’altro, fino a giungere all’inevitabile rottura, fu tanto più triste e rovinosa, in virtù di quel prima e di quel durante. La stella sfuggì il campo gravitazionale e sparì dalle nostre vite. Così. Per scelta.

Diventammo due, ma per me, eravamo sempre Tre. Per qualche tempo fu strano, poi divenne facile. Senza la stella esigente e capricciosa avevamo più freddo ma stavamo meglio: la verità era assoluta e tutto era trasparente. E così decidemmo di restare. In due, che una volta erano tre e non ne parlammo più.

Anni dopo la stella grande ci aspettò alla sua festa, ma noi due, ormai due piccoli estremi di un segmento piatto e diritto, non andammo. Non andammo per tristezza, di ciò che era stato ed era perduto, per quella luce di stella ormai senza cielo, per cui avevamo recitato i nostri sogni migliori incespicando sgraziatamente, e che malevola, brillava nera e inquietante. Per altri, ma non più per noi.

Poi anche noi due, meteore confuse, ci separammo. Senza gioia, senza inganni, fu come se mi strappassero via il cuore. Quel giorno alla stazione non andai. Lo lascia partire da solo.

Diventammo uno, ma per me eravamo ancora Tre.

La stella maggiore era implosa, era diventata brutta e fredda e tutti, chi prima chi dopo, venimmo risucchiati nel suo buco nero.

Ci muovemmo nel mondo, senza più cercare una famiglia di elezione.
La stella più grande ci aveva cacciato dall’asse di rotazione, sommerso di malevolenza, preferendoci chi aveva appena cominciato ad orbitargli intorno, sebbene si intuisse, fin dal principio, che nessun universo sarebbe stato pieno di Grandi Speranze come il nostro fatto di noi Tre.

Attraverso sporadici messaggi, siamo ancora in Due. Ma siamo spariti dalle rispettive esistenze. Siamo ombre.

Diventammo soli, non le stelle ma soli, come pezzi unici.

Il nostro curioso universo si è estinto, sotto il peso della minore o maggiore forza che a tratti ci attraeva reciprocamente.

La vita in questo sistema autoriferito è finita ed ora, almeno questo è quello che mi piace pensare, i suoi tre pianeti tracciano ognuno una traiettoria a sé stante. Liberi.

Ci siamo cercati per ricongiungerci?
In un caso Sì, nell’altro no, in generale più no che sì, anzi no, seppure a tratti sì.


Se loro hanno tentato di riavvicinarsi a me?
Forse.


Se tra di loro, le mie stelle di pari luce, hanno raggiunto quel punto improprio in cui due rette all’infinito si incontrano?
Chissà. Certe notti immagino di sì. Che siano al parco per l’ultima sigaretta, accomunati dai loro diversi modi di essere uomo, forse si sono riconosciuti. Di nuovo.

Tutto va come deve andare e quel connubio di quotidianità ed affinità elettive è finito.

Faccio una vita soddisfacente, anche densa di cose e persone e significato e mi racconto che è andata così come doveva andare, che le cose cambiano e le persone e le circostanze anche e tutti si adattano alla grande a questi cambiamenti.

Di norma fingo di essere normale, che va bene così e che non mi manca niente e nessuno.

I pezzi di quel mosaico sono persi.

Ma quando vedo alcuni film o ascolto alcune canzoni o quando entro in una libreria o mi arrivano alcuni profumi, ripercorro gli anni luce che ci vedono distanti ed assisto felice come una bambina a quel big bang di fuochi d’artificio da dove scaturì il nostro universo, un universo perfetto dove eravamo in Tre.



Come vestirsi da ricch* 💰💰💸

Ammettiamolo, senza indagare nei conti correnti altrui, spesso ci domandiamo come avere un guardaroba bello e versatile e non da pezzenti, senza dare fondo a tutti i nostri averi.

In realtà, bastano piccoli accorgimenti, investimenti mirati, magari durante saldi e svendite, capi (pochi) ma durevoli, mix di alta qualità e fast fashion.

Lo so che sarebbe più semplice poter andare in negozio e comprare senza limiti e paure ma, se così non è, continua a leggere.

Quindi, passiamo alle

3 regole auree dello sfigheggiare da ricchi:

  • Approfittare sempre di svendite, saldi e last call.
  • Risparmiare per investire in Capi Eterni (in questo momento ti sfuggono? Accomodati pure alla Sezione Eterni del Blog).
  • Mai darsi allo shopping compulsivo di pezzi difficili da abbinare, per colore o foggia, a prezzi bassi. Meglio respirare ed aspettare.

Per proseguire, 4 idee di outfits da tenere sempre pronti per apparire al meglio, perché a volte non è che siamo pezzenti è che manca la voglia o l’ispirazione per vestirsi bene e, visto che uno dei miei mantra è: L’organizzazione rende liberi, di seguito alcune idee salva look per i momenti NO o per quelli in cui la fretta ha il sopravvento.

  1. L’outfit monocromatico nel TUO colore guida: quando non hai voglia di pensare e pronunci la fatidica frase: Non ho niente da mettermi! Scegli lui l’abbinamento già pronto all’uso
Outfit di Sole e d’Azzurro.
Outfit Cammello.

2. L’outfit che ti salva H24, per la serie esco dal lavoro e vado all’aperitivo: la jumpsuit nera, abbinata con trench (leggete la rubrica gli Eterni del Blog!) e con cambio borsa a metà giornata, passando da borsa di giorno a micro borsa per la sera.

La jumpsuit nera abbinata ad un sandalo basic
Tuta nera casual e scarpe comode, anche così l’effetto resta gradevole.

3. Outfit Stratificato, da utilizzare in caso di tempo meteorologico/località dove recarsi incerti. Vi sembrerà strano ma il vestirsi a cipolla con stile fa molto riccanza.

Questo outfit va molto pensato e bilanciato per evitare l’effetto “Sto scappando di cas@”.
Vestirsi a strati con gusto.

E, dulcis in fundo, ossia il mio preferito: il tubino sdrammatizzato.

Kendall Jenner con un tubino mescolato a capi che sembrano presi dall’armadio di Keanu Reeves.
Abbinamento sempre chic: Nero+Cammello.

Spero di avervi dato consigli utili per presentarvi sempre al meglio ♥️.

Pezzi di me.

Son fatta di
sogni infranti
dettagli inosservati
amori irrisolti
Son fatta di
pianti senza ragione
persone nel cuore
atti impulsivi
Sento la mancanza di
luoghi che non ho conosciuto
esperienze che non ho vissuto
momenti che ho già dimenticato
Sono
amore e affetto costante,
distratta quanto basta
non mi fermo un istante
Già
ho avuto notti insonni
ho perso persone molto care
ho fatto cose non promesse
Molte volte
ho desistito senza tentare
ho pensato a volte di fuggire, per non affrontare
ho sorriso per trattenere il pianto
Sono dispiaciuta
per le cose non cambiate
le amicizie non coltivate
chi ho giudicato
ciò che ho detto
Ho nostalgia
delle persone che ho conosciuto
dei ricordi che ho dimenticato
ed altri che temo di dimenticare,
degli amici che ho perso
Ma continuo a vivere
e imparare.

Martha Medeiro.