Cose senza senso fatte da me, edizione vintage 3.0.
Il 10 Novembre passato mi siedo inavvertitamente su un foglietto accartocciato sul sedile dell’auto del mio uomo. E che faccio? Mi faccio gli affari miei e ignoro la pallina di carta?
E no, io sono la prima, nonché unica, designer delle mie catastrofi: lo apro e lo esamino da stalker professionale. Si trattava della ricevuta di un parcheggio a Venezia di un giorno in cui lui non poteva e non doveva essere lì.
Innanzitutto, l’assurdo era che io non ne sapessi nulla.
E poi cosa e soprattutto con chi era nella nostra Venezia?
E ancora: dovevo dirgli della ricevuta trovata?
Dopo essere rinvenuta dal panico, lo affronto con il sangue alla testa: Cosa sei andato a fare a Venezia martedì mattina?!
La sua replica, a metà tra “CHE CAVOLO stai dicendo Arnold?” e l’attonito, mi hanno stupito ma rassicurato, per cui decido di lasciar perdere la questione. Era evidente si trattasse di un regalo per me.
Quando le Vs amiche vi chiederanno come autorovinarsi le sorprese e farsi prendere per fidanzate psicopatiche, minacciatele con questo aneddoto.
Questo per dire due cose:
– come avrete capito, ho imparato a mie spese l’arte della diffidenza e ne subisce le conseguenze lui che non c’entra nulla, ma così è.
– sempre lui capisce che io faccio solo finta, con consistente dispendio energetico, di essere normale e ha deciso di darmi lo stesso, nonostante me, l’iconica Blue Box color Pantone 1837 con dentro l’anello scelto e azzeccato da lui in un piovosissimo giorno di acqua alta, lasciando l’auto in un parcheggio a Venezia senza gettarne via la ricevuta.
Questo è il mio modo per farmi perdonare e per dire che per me la mia
Colazione da Tiffany è lui.