Le fate ignoranti sono Fate, in grado di cambiarci in qualcosa di Oltre, ma non lo fanno con un aggraziato tintinnio di bacchetta magica, bensì con l’Ignoranza, in modo invadente e cafone.
Per colpa o merito di una imprudente dedica dietro a un quadro, Antonia scopre che la sua vita matrimoniale, borghese e perfetta, è una finzione.
Ed il quadro che infonde il significato a tutto il film, a partire dal titolo, è opera dello stesso regista Ferzan Ozpetek, citando La Fata Ignorante di Magritte.
Ora, siccome all’epoca la mia idea di ammmmore era aspettare che il telefono desse segni di vita facendo spergiuri, capirete che trip mentale potentissimo furono le parole: posso chiamare questa mia pazienza amore?
Antonia e Michele incrociano i loro destini distinti e lontani, come cantano i Tiromancino nella soundtrack, a causa di questa scoperta. Danno vita ad un legame chiaroscurale e senza etichette, accomunati dall’amore per Massimo, ormai scomparso.
Antonia per lavoro è avvezza a vedere come la notizia del contagio da malattie virali catapulti le persone in una dimensione di vita imprevista.
Michele è la colonna portante della parte a lei sconosciuta della vita del marito: tutto un mondo corale, scherzoso ed irriverente.
Antonia e Michele si conoscono reciprocamente, in un labirinto di specchi, dove perdiamo la bussola di chi è innamorato di chi e di cosa.
Questo rapporto senza definizione e senza sesso può esistere nella realtà?
Il finale è aperto, lascia a noi la scelta: Antonia, liberatasi dalle rigidità borghesi che la soffocavano, sta partendo per un viaggio in solitaria o quasi, visto che ha scoperto di aspettare un figlio da Massimo; Michele resta, all’oscuro del bambino ed interdetto dell’abbandono di quella che è al momento la persona più importante della sua vita.
Un bicchiere cade senza rompersi – segno che la persona amata non è andata via.
Antonia sceglie di omettere la notizia del bambino perché come saggiamente scrive #georgebernardshow: Solo un pazzo è completamente sincero.
Un bambino è l’unico legame con il defunto amato, precluso a Michele. Ed Antonia, che lo ama di un nuovo amore fuori dalle convenzioni, sceglie di non farlo sentire escluso, omettendo una parte di verità.
Ho visto questo film un milione di volte per gustarmi ogni parola delle innumerevoli delizie di cui è farcito, frasi che mi guidano nella vita quotidiana:
L’unico modo per mantenere un segreto è quello di scegliersi una persona a cui dirlo.
Che stupidi che siamo quanti inviti respinti, quante parole non dette, quanti sguardi non ricambiati. A volte la vita neanche ce ne accorgiamo.
Una colonna musicale magistrale e fuori dagli schemi. In particolar modo, amo Gracias a la vida.
Ecco si dice che, quando finisci di leggere un buon libro, vorresti essere amico dello scrittore e chiamarlo. All’uscita del cinema, in un piovoso ma tiepido inizio sera di un marzo ormai lontano, ho desiderato con tutto il cuore, la testa ed il fegato di far parte di quella piccola comunità della Roma ostiense, solidale e trasgressiva. Quello che mi è rimasto è il sublime talento di spingere oltre le apparenze e le ordinarie sostanze.
If film is about the message it wants to convey to its audience, this film has definitely achieved it. The subtle depiction of the gay community is so much different from the usual Hollywood stereotype gay men – your Queer as Folk kinda guy. While the soapy detail of Queer as Folk casts the image of the gay community as something really really different from the straight community hence giving it some sort of exclusivity (despised by many of the so called straight righteous community), Le Fate Ignoranti portrays the gay community as just the other human being. Different maybe, but it doesnt emphasize the difference to the level that no straight mortal will be able to immerse let alone understand it. Le Fate Ignoranti portrays the gay community as just another group in our society, facing the same humane problems – that gay men are nothing but another human beings deserve the same humane treatment and respect. Michele is so differently refreshing from his Hollywood counterparts, full of dignity and no cynicism towards the world that you usually find in those so called gay Hollywood films. While Hollywood gay men show only insecurity with their identity, Michele is oozing with confidence and is perfectly comfortable with his sexuality. This film and director Ferzan Ozpetek has definity done great job in the effort of establishing more insight into a more real depiction of gay community.
Thanks for sharing your opinion!
I saw that movie in The 90’s when gay people were isolated by the others and also auto-isolated, it was a great revelation of The life we would live in future.