Paris Style

Le donne francesi hanno una allure particolare che ben definisce il loro stile, un mix di minimal chic e bon ton.
Parigi è la mia patria putativa ed amo seguire questa tendenza che è una filosofia vera e propria, un modo di essere con le sue regole.

Fondamentale però è che questa scelta abbia basi solide e che ci valorizzi, ovviamente.

La prima lezione dello stile parigino nella moda infatti è quella di prendersi cura della propria persona.


LEZIONI DI STILE PARIGINO


1-Profumo: tocco imprescindibile per le donne francesi.


2- Capelli:

Sempre curate, dal taglio semplice ma perfetto e senza ricrescita. Molto apprezzato il look con i capelli raccolti.

Code alte, top knot (chignon molto alto) e nella versione spettinata gli hairdo (capelli raccolti allungati con le extension). In realtà una delle caratteristiche principali dello stile francese è quello di sembrare naturale.


3- Le mani:

Le righe sono uno dei punti saldi dello stile parigino.

Le estremità devono essere sempre curate, vale di più che spendere un capitale in accessori.


4- Tono di voce:

Sempre basso e pacato, come vorrebbe la buona educazione. Oltretutto risulta anche più sensuale.


5- Le cose belle, gli oggetti di valore che si possiedono vanno sfoggiati e non tenuti sotto teca a prendere polvere. Bisogna usare il meglio di ciò che si ha ogni giorno per se stesse, magari mixato con capi low cost.

Combinazioni di bianco, blu e Toni neutri.


6- Less is more:

Badare alla qualità , più che alla quantità: meglio pochi accessori e ben fatti che tanti e di cattivo gusto. Per avere una allure parigina bisogna investire su accessori di Alta Moda, pochi must-have ma imprescindibili.

Negli outfits da giorno le ragazze indossano ballerine, stivaletti o stivali alti. Per la sera o per eventi più formali, invece, via libera ad outifits dai tacchi discreti.
Il fascino delle ragazze di Parigi è un fascino discreto: le donne sono sempre piuttosto coperte, non indossano mai abiti succinti.

♥️ Nella prossima vita vorrei essere francese.

Per quanto riguarda le tonalità, le parigine in inverno scelgono colori scuri o neutri, mentre con il sole optano per colori pastello e bianco.

Occhiali scuri: un altro punto focale dello stile parigino.

Come dico sempre, Madre Natura potrà essere stata più generosa con qualcuno, ma

essere chic si impara.

Bon Ton del Lasciarsi.

Gli addii sono difficili, che siano voluti o meno, e, una volta finite le schermaglie della rottura, subentra spesso la necessità di pulire la vita è la casa dalle testimonianze concrete della precedente vita insieme. Da un giorno all’altro, una cucina che aveva ospitato pranzi allegri si trasforma in un luogo da evitare . Le cose che avevano rappresentato la vita comune devono essere tolti da davanti agli occhi. In questa fase di dolore acuto gli oggetti la fanno da padrone, anche perché là persone è uscita di scena. La scelta tra cosa tenere e cosa buttare è, a mio avviso, liberatoria.

Invece c’è chi sceglie di salvare tutto questo. Un museo.

Il Museo delle Relazioni Interrotte si trova a Zagabria ed è stato aperto nel 2006 da due ex innamorati, la produttrice cinematografica Olinka Vištica e lo scultore Dražen Grubišić, che hanno deciso di fermare in uno spazio aperto a tutti la fine della loro storia. Nel tempo è stato riempito da altre persone che hanno portato ognuna il proprio oggetto, accompagnato dalla sua storia.

Oggettistica di una fine.

Troviamo un vestito da sposa, messo dentro un barattolo di sottaceti: dopo sette anni di matrimonio, la donna ha visto andare via il marito senza neanche una scusa; c’è un vasetto di cetriolini, lo aveva acquistato una ragazza per il suo fidanzato, inghiottito da una voragine spazio-temporale, scomparso dalla sua vita.

Leggiamo di una protesi, donata da un uomo con la seguente motivazione: “la mia gamba artificiale è durata più del nostro amore. Materiale migliore”, si era innamorato della sua terapista.

Poi un’ascia, usata per fare a pezzi i mobili di casa da una donna, dopo aver scoperto i tradimenti del marito, accompagnata da una nota: Più la stanza era piena di mobili in frantumi, più mi sentivo meglio”.

Un tubetto di dentifricio mai finito.

Una bambola di Peter Pan, appartenuta ad un uomo cui ricordava la sua parte infantile e che scrive “ora quel bambino non esiste più”.

Peluche di Anniversari ora dimenticati.

Un modo chic e diverso di rapportarsi al proprio dolore, esporlo in maniera dignitosa e con poche righe, invece della messa in piazza sui social, vecchi e nuovi, dal bar a Facebook, raccontando ognuno la propria versione parziale. Il Museo delle Relazioni Interrotte è una specie di cicatrizzante della ferita, che la cristallizza.

Il museo delle Relazioni finite è un modo dignitoso di dare per l’ultima volta un senso a quello che abbiamo fatto per un po’ anche illudendoci, anche sbagliandoci, dando retta ad un muscolo volubile e autoritario, ♥️, a cui non si comanda.

E voi? Cosa portereste in questo Museo di Zagabria?