Nascere del sesso sbagliato.


Poniamo il caso concreto:

di una ragazza, una donna, nata per puro caso in una famiglia ricca, diciamo molto ricca, che decide di viaggiare, studiare, farsi i rasta, diventare secondo ufficiale sulla nave Ocean Diamond, parlare 4 lingue oltre la mia, guidare la nave di una ONG e salvare dei disperati da morte certa.
Non va bene.


Sono una donna, molto bella, mi piace il calcio, conduco fior fiore di trasmissioni sportive con grazia e competenza di chi ha studiato dizione, portamento, comunicazione e divento una presentatrice bella, ricca e spigliata. Conosco uno nel mio ambiente, anche lui alla fine di un matrimonio e passo alla storia come La Rovina Famiglie.
Così non si fa.

Sono una donna normale, non particolarmente avvenente, la mia famiglia è modesta per cui la mia istruzione si limita alle medie inferiori e vado a lavorare nei campi, divento una sindacalista a 15 anni, faccio carriera nell’ambito del Sindacato Braccianti, dove lavoro e lotto per una vita per i diritti degli ultimi, entro in politica, divento prima deputato e poi Ministro dell’Agricoltura e promuovo una legge che aiuti i braccianti agricoli, quello che un tempo ero io. Vengo criticata per i miei outfits.
Neanche così si fa.


Sono una giovane donna bionda, provengo da una famiglia benestante, una famiglia a maggioranza femminile, mia madre se ne è andata dalla casa paterna a causa della sua ambizione e non vi ha mai fatto ritorno, amo la moda e la bella vita, mi piace immortalare i miei look con foto e video, creo un blog con l’allora mio fidanzato, il blog ha un seguito mondiale, vengo invitata alle sfilate di moda a Parigi a 23 anni, adesso il mio account Instagram è seguito da milioni di persone, ho due società e collaboro con altre decine, il mio modo di fare marketing si studia ad Harvard, ho un patrimonio netto di 10 milioni di dollari, stipendio un considerevole numero di persone, ho un marito che sta a casa in quanto il suo lavoro rende meno del mio, un figlio, pure lui biondo con la doppia cittadinanza italiana ed americana ed una casa figa.
No, no e poi NO!


Sono una donna quasi anziana, una brillante giornalista, mi vesto consapevolmente senza attenzione, per adempiere alla funzione di coprirmi con t-shirt tutte uguali, nere o blu. Mi creo una divisa come Steve Jobs con i suoi maglioncini neri o il caro Marck, con le sue magliette grigie. Non ho tempo e voglia da dedicare a Trucco e parrucco. Ho una carriera invidiabile: ho raccontato la fine sovietica e l’inizio delle indipendenze balcaniche. Ero a Baghdad mentre veniva bombardata, negli Stati Uniti e adesso in Cina. Il mio tempo fuori dallo schermo è volto a dormire, sentire i miei cari dall’altra parte del mondo e documentarmi.
Non va bene. Faccio schifo. Mi prendono in giro al tg satirico italiano.

Il problema sono queste Donne o le altre Donne che danno loro addosso?

O Cielo!! Una icona fashion alla Casa Bianca: Michelle Obama.

Michelle Obama ha rivoluzionato la figura della First Lady e continua ad innovare e a portare avanti un’idea di empowerment femminile molto forte anche al di fuori della Casa Bianca.

Lei stessa nel suo libro ha scritto che la Moda è molto impattante e che, quindi, è stato ovvio cercare di utilizzare anche questo strumento per aumentare la sua influenza globale.

Tanto è forte questa influenza che, appena un abito o un accessorio viene visto su di lei va in sold-out ovunque. Tuttavia, il concetto che sta alla base delle sue scelte in fatto di guardaroba è:

Sentirsi a proprio agio e stare bene.

È chiaro che come prima coppia presidenziale americana di colore, gli Obama si siano doppiamente sentiti sotto osservazione da tutto il mondo e sotto ogni punto di vista. La sua Stylist di fiducia ha dichiarato che a Washington si sentiva più una costumista che altro: ogni outfit era prima studiato e poi variamente testato per verificare che Mrs Obama potesse muoversi, piegarsi ed accovacciarsi senza cadute di stile: spalline che cadono o spacchi traditori. Adesso che può permettersi di essere semplicemente Michelle, il suo stile è eclettico e personale, con un amore dichiarato e totale per le cinture. Il suo è uno stile personalissimo ed audace che rispecchia la sua personalità. Nel suo libro si mette autenticamente a nudo in quanto a pregi e difetti e, onestamente, credo che sia una delle donne di potere più autentiche. Certi aneddoti, alcune considerazioni non si possono costruire a tavolino.

La mia citazione preferita di Michelle Obama?

È stata una brutta giornata?
Vai a letto e l’indomani lavora più duro di prima.

I miei outfits preferiti di Michelle Obama?

Assolutamente TUTTI, ma questi più degli altri.

Perché ti chiameranno troi@

Ti giudicheranno troi@:

– Perché sorridi a chi ti dice che hai un bel culo.

– Perché gli hai detto subito sì senza farti desiderare.

– Per aver fatto sess@ senza passare per lo sterilizzatore.

– Perché parole dolci ed abbracci non li hai voluti.

– Perché se un uomo è soddisfatto dal sess@, perché io no?

– Perché non hai agognato la sua telefonata il giorno dopo. Anche perché il numero non glielo avevi neanche dato.

– Perché distingui una botta e via dal sentimento.

Io sono incaxxat@ per la palude di maschilismo in cui viviamo, immersi in una cultura arcaica.

Mi incaxxo perché gli stipendi sono diversi a parità di lavoro.

Mi arrabbio quando chiunque si sente in diritto di commentare che quella donna stuprata e uccisa se l’è cercata.

Mi incaxxo come una furia quando un uomo è convinto che una donna gli appartiene. Per quale motivo? E perché, quando una donna decide di chiudere una relazione, rischia di essere molestata, uccisa, sfregiata, rinchiusa, annientata fisicamente e/o moralmente?

Io voglio parità, rispetto e dignità; i diritti di ogni essere umano.

Sono stufa dei sensi di colpa che accompagnano le donne in ogni momento della giornata: se sei a casa, perché trascuri il lavoro; quando sei al lavoro, perché deleghi la cura della casa o dei figli; quando esci con le amiche ti senti in colpa se lui è a casa.

Basta.

Prendiamola in mano questo istrice che è la vita.

Basta con il principe azzurro che ci mantiene al castello. Ci sappiamo mantenere da sole o si fa a metà. I soldi sono la chiave. Se abbiamo i nostri, continueremo a sentirci principesse, senza diventare serve.