Come fai a fare tutto?

Io di figli ne ho 3, a distanza di 6/7 anni l’uno dall’altro, per cui ogni volta è stato un nuovo inizio.

Se con la prima ho peccato di totale inesperienza e ho fatto dei gran casini (poi ho anche rimediato) con gli altri due è andata decisamente meglio grazie alla donna che sussurrava ai neonati, la sempre sia lodata #tracyhogg.

Da imparare a memoria!

Prima di tutto, stiamo calmi: abbiamo bisogno di tutta la nostra stabilità e capacità di concentrazione per capire, dopo 9 mesi e oltre di fantasie, il bambino reale che abbiamo tra le braccia.

Io ho cercato di organizzare il più possibile prima, in modo da essere preparati. Culla, fasciatoio, vestitini, pannolini, tutto al suo post. Frigo e freezer pieni.

Una volta a casa, respiriamo profondamente e mostriamo al bimbo la sua casa, parlando con voce bassa e serena.

I primi tempi cerchiamo di limitare le visite e organizziamoci seguendo la politica dei piccoli passi e dividendo il da farsi in cose urgenti, posticipabili e da rimandare a quando si sarà più in forma.

Mai come adesso è vero il mio mantra: l’organizzazione rende liberi.

Quindi i primi giorni che il neonato è ancora stanco del parto, riposate più possibile e ricordate che, a prescindere dal carattere, tutti i neonati stanno meglio quando la vita è calma e prevedibile.

Il mio metodo salvavita, salvacoppia, salvamestessa è sintetizzabile dall’acronimo: EASY. Eating-mangiare; Activity (fasciatoio/bagnetto/giocare) Sleep-dormire (da soli nel lettino) e You.

Il metodo parte da subito perché così riusciamo ad interpretare meglio il pianto. All’inizio teniamo un diario delle poppate in modo da ricordarci con certezza l’ora.

Le poppate saranno di una durata compresa tra 25 e 40 minuti ed intervallate da 3 ore di altro. Dopodiché abbiamo 45 minuti di Attività (cambio; passeggiata; giochini) e poi un pisolino di massimo 1 ora.

Il bambino ha un ordine logico e anche voi.

Teniamo conto che allattare è un esercizio, che si impara, e togliamoci dalla testa le proiezioni di perfezione immaginaria di film e pubblicità.

Il metodo parte in ospedale.

Per quanto riguarda le Attività: da subito al bambino va spiegato a parole ciò che si fa con lui e per lui, parlandogli delle attività quotidiane, mostrandogli foto ed indicandogli le persone, leggendogli libretti semplici con figure da seguire, cantando e suonando.

Il bagnetto è il mio momento preferito perché rilassante e a contatto con il corpo profumato di borotalco. Anche se con la baby n. 3 si è tramutato in un incontro di lotta libera..

Ed arriviamo al tasto che sta a ♥️ a tutti i neo-genitori: il sonno. Osserviamo sempre il bambino che quando ha sonno sbadiglia, guarda un punto fisso ed inizia ad abbandonarsi con il corpo. Ecco a questo punto si mette nel lettino, avvolto in una coperta tiepida e piano piano,rassicurandolo con colpetti ritmici sulla schiena ed eliminando ogni stimolo extra, si lascia a dormire.

Baby n. 3 che dorme nella posizione che aveva dentro la pancia.

Regole magiche per dormire tutta la notte:

  • Principio del Fare un buco per Tapparne un altro: mai far dormire un neonato più di 3 ore di giorno. Se non dorme di notte eliminare pisolini diurni, mai dopo le 17!
  • Rimpinzarli di sera, il cosiddetto Latte della Buonanotte.
  • Ciuccio (il piccolo supereroe ne aveva una collezione, la baby n. 3 non lo ha mai voluto- ogni bambino è diverso).

Ed infine, un po’ di tempo per noi: per mangiare, dormire, passeggiare, qualche libera uscita, parlare con un adulto e viziarsi.

Questo il mio metodo salvavita che consiglio caldamente al fine di conservare una dignità è una vita. 😃

Risposta alla domanda: ma come fai a fare tutto? Molto semplice non lo faccio. Non faccio promesse che non sono certa di mantenere e non sono disponibile per tutti. Il multitasking può essere multistanking per cui chiedo aiuto senza vergognarmi, come recita un proverbio africano: Per crescere un bambino, ci vuole un villaggio.

Mezzo anno di te 💟

Sei mesi fa, all’inizio di quella che sarebbe stata la notte più lunga della mia vita, abbiamo lasciato la ragazza unicorno ed il piccolo supereroe a casa con i nonni acquisiti.

” Ma se tu vai via, io mi ammalo ” – aveva piagnucolato il piccolo supereroe, non più tanto certo dei suoi superpoteri di fronte alla mia rottura delle acque. Ma io sapevo che la baby n. 3 voleva nascere, nonostante la scadenza fosse prevista per due settimane dopo.

Siamo arrivati in ospedale alle 23, lasciando l’auto su una rampa di accesso al pronto soccorso, super agitati e sorpresi, mentre io interpretavo impersonificandole le Cascate delle Marmore.

” La dilatazione è poca ma con le membrane rotte lei deve restare in ospedale, mentre il futuro papà vada pure a casa” – aveva sentenziato l’ostetrica, aggiungendo come una Cassandra dei parti: “Però il terzo figlio è imprevedibile ⛔️”.

Le stanze del reparto di Ostetricia erano buie e silenziose ed io mi sentivo un po’ spaesata, lontana dagli altri due cuccioli.

Dopo aver chiacchierato tramite #whattsapp con tutti i contatti svegli nel cuore della notte e disponibili, alle 4 del mattino il travaglio inizia a farsi serio e chiamo l’ostetrica premonitrice.

Porca paletta, avevo cancellato tutto quel dolore..

“Andiamo di là per un controllo”, mi dice, “ma porta anche i vestitini della bimba”.

Quello è stato il momento in cui ho capito che baby n. 3 stava per arrivare sul serio.

Stesa non riuscivo a stare e lei è scivolata nel mondo a testa in giù, attratta dalla forza di gravità, in una stanza che #tarantino ed il cinema #splatter scansate, con il papà che l’ha vista vestita e profumata perché abbiamo scelto di fare all’antica, con lui praticante la altrettanto faticosa attesa dietro la porta.

Me la hanno portata avvolta in una coperta bianca, scura come un’indigena e gli occhi non li hai mai aperti fino all’8 novembre: quel pomeriggio, mentre allattavo, mi hai guardato e li ho visti per la prima volta: due pozzi scuri e luccicanti di vita.

È stato come incontrare qualcuno di conosciuto e che aspettavo da sempre.